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Capelli-Uras: “Il futuro della Sardegna deve diventare una questione nazionale. Paghiamo già abbastanza con le servitù militari”

Il senatore Luciano uras

«Sinora il Governo ha disatteso tutti gli impegni assunti in sede parlamentare nei confronti della Sardegna. Ora Gentiloni riconosca che la questione sarda è una questione nazionale e, prima che finisca la legislatura, istituisca un unico tavolo politico con la partecipazione delle istituzioni nazionali, locali, le forze sociali, culturali per affrontare concretamente l’emergenza sarda». Questa la dura presa di posizione congiunta del deputato del Centro Democratico Roberto Capelli e del senatore Luciano Uras, ex Sel, in una conferenza stampa a Montecitorio.

Roberto Capelli – deputato Centro Democratico

I due parlamentari hanno denunciato come non si sia minimamente tenuto conto delle otto mozioni approvate all’unanimità dal Parlamento dal 2015, nonostante la piena adesione dell’esecutivo stesso. «Nel frattempo la situazione nell’isola – illustrano – è fortemente peggiorata: cresce la disoccupazione, la dispersione scolastica ha raggiunto livelli record e gli stanziamenti pubblici per le infrastrutture vedono la Sardegna all’ultimo posto al livello nazionale».

«Chi sta male ha bisogno del governo, per questo – afferma Capelli – chiediamo che il Governo intervenga con urgenza». I due parlamentari hanno chiesto che il Governo si attivi a Bruxelles perché riconosca formalmente alla Sardegna lo stato di insularità e quindi l’accesso ad un sistema di aiuti simile a quello che l’Unione europea riconosce alle regioni ultraperiferiche. «Rotte aeree adeguate, collegamenti navali frequenti e moderni, non solo nel periodo estivo. Queste cose sono necessarie» ha spiegato Uras.

La Sardegna paga poi un enorme tributo alla nazione con la fitta presenza militare dovuta alle basi. Di questo sono fermamente convinti i due senatori che auspicano una riconversione del comparto. «Sono stato nella zona di Varese, dove in un’area di 60 km ci sono 13mila posti di lavori assicurati da Leonardo, ex Finmeccanica. Là – racconta Luciano Uras – montano gli F35 ma anche elicotteri per uso civile. Stesso discorso per i Cantieri Navali liguri. Noi, magari non potremmo costruire navi torpediniere, ma le motovedette certamente si».

«Veniamo da una fase di venditori di sogni, di un governo fantasioso che per la nostra terra ha concluso poco o niente. Il Patto per la Sardegna e quello per la città metropolitana di Cagliari non erano altro che una rimodulazione di risorse già assegnate», hanno concluso Uras e Capelli molto critici nei confronti dell’operato del governo Renzi.

 

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