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Congresso Pd, La Traversata: manca solo l’ufficialità per la candidatura di Yuri Marcialis alla segreteria regionale

Yuri Marcialis

Yuri Marcialis

Non c’è ancora l’ufficialità, ma con ogni probabilità Yuri Marcialis sarà il candidato alla Segreteria del Pd per il gruppo de La Traversata. Con un comunicato scritto in maniera corale la corrente di partito ha chiesto formalmente all’assessore ai Servizi cittadini e allo Sport del Comune di Cagliari di concorrere alla carica di segretario regionale. L’ufficialità arriverà con tutta probabilità in serata.

Yuri Marcialis con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda

Nella nota pubblicata sui vari canali La Traversata ha chiesto a tutti i componenti del partito una maggiore predisposizione al confronto in vista del Congresso previsto per il 12 marzo, ora che il Pd, dopo le dimissioni di Matteo Renzi, vive un momento di riflessione interna.

In particolar modo, durante l’ultima direzione regionale del partito, che si è svolta il 10 gennaio a Oristano Marcialis aveva attaccato duramente le modalità adottate per il dibattito. «Ho provato a iniziare un intervento e un ragionamento più ampio – aveva scritto sulla sua pagina Facebook Yuri Marcialis a poche ore dalla chiusura della riunione – ma il garante-commissario ha deciso di fermare ogni intervento di tipo politico adducendo la necessità di rispettare le regole, in sostanza l’ordine dei lavori (sì, lo stesso odg della direzione convocata in mancanza di segretario e/o commissario e quindi fuori dalle nostre regole comuni). Si è proceduto col voto di una commissione, decisa in anticipo naturalmente, senza alcuna discussione di merito e di prospettiva e votata (dopo mia richiesta di controllo dei votanti) con 27 favorevoli, 2 astenuti (non conteggiati) e 0 contrari (se non sbaglio, alla faccia delle regole, su 82 aventi diritto: 60 eletti, 10 proposti dal segretario, 12 per ruolo). Si è deciso di fatto con l’accordo di chi sino a ieri ha guidato i vari carri correntizi e ieri ha deciso di farsi paladino della nuova gestione attraverso propri rappresentanti che come contropartita entreranno di diritto nella nuova assemblea».

Non cambiano i principi ispiratori del gruppo. «Vogliamo per la Sardegna un partito autonomo e federato che si occupi delle esigenze delle comunità e delle persone dentro un rapporto di leale collaborazione con il partito nazionale, mai di sudditanza acritica; un partito capace di esprimere la sua vocazione di sinistra riformista e democratica, intransigente nella ricerca della giustizia sociale, delle pari opportunità (e dei diritti civili), radicato nei territori, che consulta iscritti e iscritte (ed elettori) facendo della partecipazione diffusa il motore della sua attività politica», si legge nel documento unitario.

Nessun dubbio su quali siano gli errori principali portati avanti dal partito negli ultimi anni: «È particolarmente preoccupante il distacco forte e crescente tra il partito e i giovani e tra il partito e parti estese del mondo del lavoro come conseguenza del persistere della disoccupazione di massa nel mondo giovanile e dell’appannamento della cultura dei diritti di tutti quei lavoratori over 50 che sempre piu, hanno difficoltà a trovare collocazione nel mondo del lavoro. Non giova a un partito della sinistra sottovalutare il ruolo delle organizzazioni sindacali a partire da quelle storicamente espressione del nostro insediamento sociale e confondere l’innovazione con l’arretramento dei diritti dei lavoratori. Resteremo impegnati a sostegno di un ricambio generazionale al vertice del Pd Sardegna che trovi la più ampia convergenza possibile e a condizione che non si rinunci ad un dibattito serio e profondo sull’autonomia della Sardegna e del rapporto di autonomia col Pd nazionale, sul sostegno prioritario alle misure a sostegno delle povertà e dell’istruzione, del diritto allo studio e alla formazione delle giovani generazioni, con un attenzione specifica alle politiche di sostegno e di sviluppo dei piccoli comuni e che consideri il tema della disoccupazione giovanile come imprescindibile per costruire una prospettiva dignitosa per il futuro dei sardi e della nostra regione».

 

 

 

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