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Il Cagliari tra alti e bassi e quel triste primato dei gol subiti in serie A

Gonzalo Higuain circondato dai giocatori del Cagliari

Quella dello Juventus Stadium sarà una lezione difficile da scordare per il Cagliari di Massimo Rastelli. Una sconfitta attesa, ma le proporzioni sono state sorprendenti non tanto nel risultato – massimo scarto subìto nella storia dai rossoblù a Torino con la Juventus – quanto per l’atteggiamento assente in campo: a parte le diverse parate di Storari, nessun effettivo ha saputo dare un apporto ragionevolmente pericoloso dalle parti di Buffon né ha saputo contenere con ordine e lucidità le iniziative dei padroni di casa. È mancato lo spirito agonistico, la mentalità adatta per star dentro una sfida forse impari ma che poteva essere gestita diversamente. Quando un giocatore entra in campo senza la volontà di lottare, rischia di pagare con una figuraccia la propria arrendevolezza. Questa volta è mancato il leaderismo di Storari e Bruno Alves, la caparbietà di Sau e Borriello. <<Dovevamo pressarli, stargli col fiato sul collo. Invece eravamo sempre in ritardo e abbiamo pagato il loro strapotere fisico>>, ha provato a giustificare Rastelli. Ed intanto decideva di optare per l’avvicendamento Munari-Sau, come alzare la bandiera bianca in una guerra prima che si inizi a sparare. Non è bastato: la Juventus ha continuato a bombardare la porta rossoblù, fallendo il quinto gol per poco. Se manca all’allenatore la capacità di scaldare i cuori dei propri uomini, chi scende in campo riuscirà difficilmente a trovare da sé il calore necessario. Alla fine, dunque, non è bastato nemmeno limitare i danni ed uscire dal campo in modo onorevole.

Tra gli 11, Marco Storari (peraltro uno dei migliori in campo) ha vissuto di luci ed ombre: due suoi errori sono valsi le prime due marcature bianconere, non impeccabile sul 3-0 di Alves, attento e sicuro sulle folate juventine nel secondo tempo. Doveva essere la gara del riscatto ed invece si contano undici gol subìti in quattro gare (peggior difesa del campionato), ha provato a lottare da solo davanti a compagni di squadra allo sbando. Bocciato Barella, pesce fuor d’acqua ieri ed in questo inizio campionato. Pare che il ragazzo sia fragilino per giocare a questi livelli e che, talento e adattamenti a parte, non riesca ad incidere come vorrebbe. Attualmente le sue capacità sono ampiamente sopravvalutate e andrebbe ridimensionata la sua posizione nella rosa. Impalpabili le punte: spesso nervoso Borriello, Sau ha trotterellato senza costrutto, Pedro non è mai entrato nel gioco, Giannetti ha aggiunto spigolosità ma poca lucidità. In grave difficoltà Padoin a centrocampo, un jolly mai abituato realmente a giocare da mezzala senza sostegno, e sovrastato a Torino dall’agilità di Dani Alves e Lemina. Ha limitato i danni il tanto criticato Di Gennaro, sempre combattivo eppur impreciso. A gennaio sarà necessario affiancargli un mediano di contenimento che recuperi i palloni che il regista cagliaritano dovrà distribuire alle punte. Intanto la squadra si è ritrovata ad Assemini: allenamento più blando per chi è sceso in campo allo Juventus Stadium. Mentre il resto della rosa ha giocato questo pomeriggio in una partita-test a Monastir.

Come richiesto da Rastelli, meglio pensare alla Sampdoria e alla occasione d’oro che le prossime due giornate casalinghe concedono ai rossoblù: prima la formazione di Marco Giampaolo, proveniente da due sconfitte consecutive poi, dopo la sosta per la Nazionale, la sfida delicata contro il Crotone, ad oggi ultima della classe e con il tecnico Nicola in bilico. Sei punti che il Cagliari non potrà lasciare per strada. (BECK 18)

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