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Cagliari e le vite di quartiere. A Sant’Eusebio la socializzazione riparte dall’arte e dal volontariato

biblioteca Sant'Eusebio

biblioteca Sant'Eusebio

Tutto è iniziato con i libri. Nel 2004 , grazie all’idea di don Cadoni, parroco di Sant’Eusebio, che decise di aprire, nell’oratorio quasi dismesso del quartiere cagliaritano ai piedi del colle di San Michele, una biblioteca. E il quartiere ha risposto in modo positivo alla rinascita degli spazi parrocchiali. Libro dopo libro, idea dopo idea sono nate diverse attività che hanno dato spazio alla solidarietà delle persone e alle loro capacità, rendendole protagoniste e mecenati delle iniziative. Da una parte i corsi di inglese, di informatica, di cucito, di ballo sardo e balli latino-americani e i giochi per i ragazzi (calcio, biliardino e giochi da tavolo). Dall’altra le attività che nascono all’interno dello stesso spazio della biblioteca. Queste ultime in particolare impegnano i pomeriggi di otto signore che, fra uno scambio di pensieri e una battuta, coordinano ciò che si decide di realizzare per animare il centro. Tutto rigorosamente autofinanziato.

C’è il corso di disegno per adulti e ragazzi attraverso il quale i partecipanti – un discreto numero –imparano la tecnica, guidati da Mariella Manca, docente in pensione di Storia dell’arte. Con lei quale il gruppo ha realizzato nel cortile del campo da calcio i coloratissimi mosaici , fiore all’occhiello dell’oratorio. Ci sono poi le attività di cucito e di lavoro a maglia, ma il momento più atteso dell’anno è la mostra che si tiene per tre settimane a settembre in occasione della festa di Sant’Eusebio.

«È un momento che ci coinvolge e ci impegna tutte, già quando iniziamo a pensare insieme al tema della mostra e a progettare l’allestimento. Chiediamo sempre il sostegno di tutti coloro che hanno voglia di contribuire con le proprie idee, la creatività e anche gli stessi oggetti che vengono esposti» raccontano alcune di loro. E questo coinvolgimento dura da otto anni e ogni anno riceve gli apprezzamenti non più soltanto dagli abitanti del quartiere. Ogni anno cambia il tema ma resta sempre immutata la voglia di partire dal territorio, dalla Sardegna tutta, aprendo lo sguardo verso nuove conoscenze settoriali (la ceramica, la carta, le pietre, e così via) che arricchiscono prima di tutto le protagoniste di questi allestimenti che – rivelano – imparano moltissimo dalle ricerche che fanno in preparazione della mostra.

Due volte alla settimana, accanto alla sala della biblioteca, si ritrova il gruppo ironicamente chiamato “La meglio gioventù”. Quattordici donne con la voglia di trascorrere dei pomeriggi insieme, ripercorrere i vecchi ricordi e giocare a tombola. Uno spazio per ritrovarsi, dunque, che per le partecipanti – tutte del quartiere – rappresenta un importante momento di socialità.

Accanto al gruppo della biblioteca operano altri volontari che portano avanti le iniziative legate più strettamente alla diocesi e al sistema di sostegno e assistenza alle persone in difficoltà economiche. Sono volontari del gruppo Vincenziano e della Caritas, impegnati ogni giorno rispettivamente nella distribuzione di beni di prima necessità e del vestiario nel centro di quartiere Caritas.

 

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