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Confindustria alla Regione: “area di crisi per Arbatax”

Confindustria scende in campo e chiede al presidente Ugo Cappellacci di attivare immediatamente la zona crisi per l’Ogliastra. L’unica zona, ad oggi, rimasta fuori dai  finanziamenti erogati dalla Regione per risollevare le zone cadute nel baratro economico.

A rompere gli indugi, con una lettera inviata al capo dell’esecutivo regionale è il presidente dell’associazione industriali della Sardegna centrale Roberto Bornioli.

 

Dopo aver ricordato le varie tappe di una vicenda controversa che hanno portato all’individuazione da parte della Regione di aree di crisi  (con la legge 7 sono state individuate otto aree di crisi: Portovesme, Ottana, Tossilo, Siniscola, Pratosardo, Porto Torres, Oristano e La Maddalena) e al sostegno finanziario alle attività produttive presenti in questi siti, Bornioli parte all’attacco.

 

“Non si capisce per quale motivo non è stato previsto l’inserimento dell’area industriale di Tortolì–Arbatax, sito che per tipologia, problematiche, numero di imprese e di lavoratori coinvolti, avrebbe tutti i requisiti per essere considerata area di crisi e rientrare sotto la disciplina della normativa regionale” scrive Bornioli che richiama la Giunta alle sue responsabilità.

 

 “Ricordo solo – ha detto il presidente – che dal fallimento della Cartiera sono passati ormai più di sette anni e molti degli impegni assunti, finalizzati allo sviluppo ed alla riconversione industriale dell’area, rimangono ancora sulla carta, anche a seguito del ridimensionamento del progetto del polo nautico.  Alla luce di ciò, considerato che in Ogliastra sono previsti per lo più importanti interventi di tipo infrastrutturale peraltro non ancora attuati nonostante le risorse stanziate (35 milioni di euro ndr), riteniamo opportuno che siano previsti interventi a favore delle imprese e dei lavoratori in grado di contrastare gli effetti prodotti dalla crisi in atto e puntare alla crescita”.

Il grido d’allarme di Confindustria era già stato lanciato lo scorso 8 febbraio a Tortolì nell’ambito del progetto Mosaico, e in ultimo nella conferenza stampa tenutasi il 27 luglio. Dagli incontri con gli imprenditori locali era emerso in tutta la sua gravità lo stato in cui versa il sistema produttivo e imprenditoriale ogliastrino con la sua maggiore area industriale gestita dal Consorzio industriale, ente a forte rischio di chiusura.

 

Sempre secondo il presidente di Confindustria: “L’area industriale di Tortolì assume un’importanza strategica per tutto il territorio. Sarebbe pertanto grave che un sito produttivo con numeri importanti, 87 aziende attive, più di 1500 occupati, e produzioni manifatturiere d’eccellenza venga privato di un ente gestore e delle risorse necessarie a renderlo competitivo, considerando i problemi strutturali storici di cui soffre.

 

Non solo – ha ribadito – la chiusura dell’ente consortile avrebbe, non soltanto ricadute dirette sul Comune di Tortolì e la Provincia Ogliastra, che in base alla legge sono chiamati a ripianare le perdite, ma fatto ancor più grave,  bloccherebbe la spendita dei 35,5 milioni di euro dei quali l’ente consortile è destinatario, con conseguenze gravissime per le imprese insediate”.

 

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