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Leggende di Sardegna. Diventare ricchi? I tre consigli del saggio Salomone

Una mattina un negoziante si recò ad aprire la propria bottega ma vi trovò davanti un uomo addormentato. Inizialmente provò a chiamarlo ma visto che questi non si spostava, pensando che fosse ubriaco, gli diede uno scossone. L’uomo rotolò a terra senza muoversi appena: era morto. Colto dallo spavento e per timore di non essere accusato ingiustamente, l’uomo scappò via di corsa, lasciando il proprio paese e cercando fortuna altrove. Per vent’anni visse alle dipendenze di un saggio padrone e in tutti quegli anni non ebbe mai notizie della sua famiglia. Un giorno decise di farsi coraggio e di riprendere la strada di casa.

Chiamò il padrone Salomone e si fece consegnare la paga per tutti quegli anni di lavoro. Salomone gli consegnò trecento scudi e prima di partire gli disse: «La gente si rivolge a me per avere dei consigli dai quali trae profitto, tu non hai nulla da chiedere?»

L’uomo esitò ma poi disse: «Quanto chiedi per ogni consiglio?».

«Cento scudi» rispose Salomone.

«Cento scudi? Sono ben cari i tuoi consigli!»

«Sono cari ma valgono quanto paghi» replicò Salomone. L’uomo meditò ancora, ma dopo qualche attimo di riflessione decise di accettare: «Bene, dammi un consiglio» gli disse, e gli consegnò cento scudi.

«Eccolo: non lessis s’arruga beccia po sa noa».

«Per così poco mi hai chiesto cento scudi!»

«Valgono quanto mi hai chiesto, non dimenticherai facilmente un consiglio così prezioso».

Spinto dalla curiosità l’uomo pensò di acquistare anche un altro consiglio.

«Non ti ficcas in fattus allenus».

Questo era il secondo consiglio. L’uomo non era convinto, anche il secondo gli sembrava così banale e caro ma decise che ormai era inutile tornare a casa con soli cento scudi e li consegnò al padrone per il terzo consiglio: «Su feli de oi lassaddu a crasi».

A questo punto non gli restava che tornare a casa, seppur a mani vuote. Mentre stava per varcare la soglia, il buon Salomone lo fermò e lo richiamò indietro, prese una focaccia gli raccomandò di non tagliarla finché non fosse giunto a casa. L’uomo mise il pane nella bisaccia e si avviò. Mentre percorreva un sentiero, all’imbrunire, incontrò un gruppo di persone che lo invitava a lasciare la strada tortuosa che stava percorrendo. L’uomo si ricordò del consiglio del saggio Salomone e proseguì per la propria strada. Poco più avanti udì degli spari: la comitiva era incappata in una banda di malviventi ed erano morti tutti: lui era salvo. Aveva fatto bene a seguire il consiglio del vecchio saggio. Venne sera e calarono le tenebre, tra il buio della foresta scorse le fioche luci di una casa. Giunse alla porta e bussò, aprì un uomo. Il padrone lo accolse cordialmente, lo invitò alla propria tavola e gli offrì da mangiare. Quando ebbero terminato l’uomo si alzò e, senza dire una parola, si diresse verso una grossa porta con delle chiavi in mano, la aprì e dalla cantina fece uscire una donna. Era completamente cieca. Il padrone di casa afferrò la calotta di un cranio, ci mise dentro della minestra e la porse alla donna insieme ad un pezzo di canna che ella usò come cucchiaio. Finita la cena il padrone la rinchiuse nuovamente dentro la cantina e, vedendo che l’uomo da lui invitato non faceva domande gli domandò: «Che cosa pensi di ciò che hai visto?»

L’uomo si ricordò delle parole del saggio Salomone ed esclamò: «Se fate così ci sarà un motivo!»

E rimase in silenzio senza dire nient’altro. Il padrone allora gli disse: «Sei un uomo saggio. La donna che hai visto è mia moglie. È cieca perché un giorno la sorpresi col suo amante e le cavai gli occhi con la canna che hai visto. Ora è costretta a mangiare dal teschio dell’uomo che io ho ucciso. Se tu avessi parlato avrei ucciso anche te».

Il servitore si sorprese, il consiglio del saggio Salomone gli aveva salvato nuovamente la vita. L’indomani caricò il fagotto sulle spalle e riprese il cammino di casa. Una volta giunto al paese, da lontano scorse le luci della propria casa ma, avvicinandosi si fermò sbalordito. Dalle finestre illuminate vedeva la propria moglie che accarezzava la testa ad un giovane. Nel vedere la scena fu colto dall’ira e subito pensò di ucciderli, ma si ricordò delle parole del vecchio Salomone e aspettò il giorno seguente. In quell’istante passò una vecchia che abitava là vicino e l’uomo le domandò che festa ci fosse in quella casa. La vecchia spiegò che la donna era la madre del giovane che si era consacrato sacerdote. La sera aveva detto la sua prima messa. L’uomo trasse un respiro di sollievo. Il consiglio del vecchio saggio lo aveva salvato per la terza volta. Varcò la porta di casa, fu accolto con gioia dalla moglie e dal figlio. Quando si ritrovò da solo con la propria famiglia prese dalla bisaccia il pezzo di pane, lo affettò e vi trovò in mezzo i trecento scudi d’oro che il saggio Salomone gli aveva preso affinché facesse tesoro dei preziosi consigli che gli aveva dato.

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