Questa la proposta ai pastori sardi: 72 centesimi per 3 mesi, poi il prezzo verrà rivalutato. È stata stabilita una griglia di prezzi, il pecorino romano non deve scendere sotto i sei euro 6 euro, se il pecorino romano sale a 7 euro, il latte verrà pagato a 85, se sale a 8 verrà pagato a un euro. Un aspetto importante della proposta è che ai pastori verrà dato il saldo, una sorta di conguaglio, da novembre 2018 a novembre 2019. Commissariamento delle tre Dop e moratoria delle banche per i debiti e le cartelle esattoriali, e ritiro di eccedenze di Pecorino Romano anche da parte della grande distribuzione. 50 milioni di euro per mettere in pratica tutte le misure.
Il tavolo convocato a Cagliari dal ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio nel palazzo della Prefettura ha prodotto questa bozza di accordo, i pastori ora dovranno dare a stretto giro una risposta, si dovranno riunire e decidere se accettare. Le previsioni sono ottimistiche, se le eccedenze verranno ritirate dal mercato il prezzo inevitabilmente salirà e a fine stagione il latte dovrebbe raggiungere la quota chiesta dai pastori. Dal canto loro i pastori hanno sottoscritto una tregua delle proteste per tre giorni. Il ministro Centinaio si è detto fiducioso, ha parlato di progressi significativi nella trattativa.
Anche Salvini ha espresso soddisfazione, ha parlato di risultati ottenuti con il dialogo e non con la repressione e domani arriverà nell’Isola. Tuttavia i pastori devono ancora decidere quindi la trattativa non è certo conclusa. I dubbi vertono soprattutto sul fatto che gli aumenti sono solo previsti in base alle regole del mercato, ma non certi. Se però i pastori rifiuteranno, la proposta decadrà subito e verranno ritirate tutte le misure aggiuntive inclusi i 50 milioni messi a disposizione per il ritiro delle eccedenze commissariamento e moratoria, e gli industriali torneranno a 60 cent. Tutto rimandato quindi alla decisione dei pastori.