Site icon www.vistanet.it

Leggende ogliastrine. La leggenda di Sant’Antonio e su fogu

Articolo di Maria Lidia Contu

Un tempo i sardi erano pochi e in miseria. Nella loro vita di stenti mancava anche il fuoco. Mentre durante l’estate tutto andava bene, vi era caldo e si poteva cucinare il cibo al sole, durante l’inverno invece il freddo faceva da padrone: nelle grotte gli uomini tremavano, soprattutto la notte anche se ricoperti di pelli di capra. Oltre a questo, nella loro vita di stenti non potevano neppure avere un cibo caldo. Era una situazione insopportabile. Un giorno giunse in Sardegna Sant’Antonio che abitava nel deserto.

Le popolazioni invocarono il santo il quale si impietosì per la situazione di miseria nella quale si trovavano le popolazioni sarde e decise di aiutarle. Afferrò così un ramo di ferula, ne fece un bastone e si avviò verso un luogo misterioso al centro dell’isola. Si narra che anticamente al centro della Sardegna, dentro una grande grotta, vi fosse l’antro dell’inferno da cui sprigionava un fuoco enorme.

Il santo si diresse verso quel luogo ma appena appena arrivato alle porte degli inferi i diavoli gli negarono l’accesso poiché era un santo e non un peccatore. Il suo maialino però riuscì a infilarsi creando un gran scompiglio tanto che i diavoli furono così costretti a fare entrare il Sant’Antonio il quale posò subito la punta del suo bastone fino a quando la fiamma iniziò a bruciare dall’interno della ferula senza che di fuori si vedesse alcunché.

La ferula è in effetti così, se se ne si prende un pezzetto e la si brucia vedremo che il fuoco comincia a bruciare dapprima dall’interno. Così Antonio appena vide che aveva catturato il fuoco ritornò sulla terrà soffiò sul bastone e ne fece scaturire delle scintille le quali si sparsero su tutta la terra.

Leggenda tratta dal libro Fiabe sarde di Sergio Atzeni e Rossana Copez e da ricordi personali.

Exit mobile version