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La Befana: la leggenda della vecchina alla ricerca di Gesù Bambino. Tuffo a Betlemme tra calze, cenere e dolci

Befana: fonte foto sito Vasto

Le vacanze natalizie sono ormai giunte agli sgoccioli e chissà quanti bimbi ogliastrini avranno già posto la loro calza ai piedi del camino o sul davanzale della finestra, in attesa che arrivi la simpatica vecchietta.

Chi è questa anziana che, dotata di un capello buffo, naso lungo e scarpe rotte, gira in lungo e in largo a cavallo di una scopa?

L’Epifania viene festeggiata in quasi tutto il mondo e dunque sono presenti varie leggende.

Certamente quella più attendibile risulta essere questa: in un villaggio vicino a Betlemme viveva una giovane donna molto bella e corteggiata, la quale però, a causa del suo carattere scontroso, non riuscì a trovare marito. Possedeva inoltre anche un altro piccolo difetto, ossia quello di essere ossessionata dalla pulizia: trascorreva ore intenta a spazzare. La sera poi confezionava anche calze di lana destinate a rimanere nel suo ripostiglio.

Assieme agli anni, passò pure la sua bellezza, forse anche a causa dell’odio che provava nei confronti dei suoi compaesani. Nessuno oramai andava più a trovare quella antipatica vecchia dai capelli tutti bianchi che, nonostante facesse fatica ad ammetterlo, aveva davvero bisogno di compagnia.

Aveva quasi 70 anni quando nel paese giunsero 3 Re Magi molto giovani e belli i quali, seguendo la luce emanata dalla stella cometa, erano prossimi a raggiungere la grotta che ospitava Gesù. Durante il viaggio, fecero una sosta e si fermarono proprio in quel paesino. Giunta la sera, bussarono alla porta della befana, chiedendole ospitalità. La donna stranamente accettò di ospitarli e i Re Magi, per ringraziarla, le proposero di andare con loro a visitare il Bambinello. Lei però rifiutò, decidendo comunque di mandare in regalo, tramite i tre uomini, una semplice calza vuota.

La mattina successiva, dopo qualche ora dalla partenza dei tre uomini, si pentì del suo gesto e cercò di raggiungerli ma senza riuscirci. Dunque decise di tornare indietro per prendere tutte le sue calze e, dopo averle riempite di dolcetti, cominciò a fermarsi di casa in casa, donando ad ogni bambino che vi abitava una calza, con la speranza che uno di essi fosse proprio Gesù.

Da quel giorno fa ogni anno il giro del mondo, andando di casa in casa per farsi perdonare dell’azione compiuta e, insieme ai dolcetti, mette nella calza anche un po’ di cenere e carbone destinati a chi è stato un po’ monello.

Viene dunque spontaneo domandarsi in quanti riceveranno solamente cibo buono.

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