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“Su Scusorgiu” perduto di Perdasdefogu nei ricordi di Tittina Usai, tra leggenda e realtà

Tittina Usai, nonna foghesina di 85 anni, racconta una leggenda molto nota a Perdas, che affonda la sua trama tra segreti e tesori. 

In tempi remoti, Perdasdefogu (come tutto il resto della Sardegna) era soggetta alle invasioni da parte dei popoli orientali che saccheggiavano i paesi. La persone benestanti si ritrovavano costrette a nascondere le proprie ricchezze in luoghi isolati e, pronunciando formule magiche, invocavano le anime vaganti, affinché potessero sorvegliarle.

Durante l’espressione rituale, inoltre, era dovere di ogni uomo scegliere a quale persona, di una specifica generazione, avesse voluto che il bottino fosse destinato, nel caso in cui la morte gli avesse impedito di rientrare in possesso di esso.  Le anime sarebbero apparse in sogno al destinatario, mostrandogli il nascondiglio e le persone che avrebbero dovuto accompagnarlo nella ricerca e con le quali avrebbe condiviso equamente il tesoro.

Inoltre, se nel cammino avesse incontrato altri compaesani, avrebbe chiesto loro di seguirlo. Essi avrebbero compreso e scelto se diventare dei destinatari. In tal modo il sognatore avrebbe mostrato l’assenza della sua avidità. Se le persone avessero trovato il tesoro, sarebbero dovute tornare a casa senza mai volgere lo sguardo indietro. Soltanto così avrebbero evitato di perdere ciò di cui si erano forniti.

Gli abitanti di Perdasdefogu hanno da sempre creduto a tale leggenda e, specie nei periodi di massima povertà, persino i bambini non vedevano l’ora di andare a dormire, con la speranza di sognare una possibile ricchezza destinatagli da un loro avo.

Tittina parla di una storia accaduta intorno agli anni 30 ad una giovane donna di nome Rosaria. Ad essa apparve in sogno un anziano uomo il quale, oltre a mostrarle il luogo e le persone, la avvertì del fatto che, durante gli scavi, sarebbe potuta apparire dal nascondiglio contenente il tesoro, una guardia travestita da serpente, da prete con mezza testa attaccata al collo o da agnello.

Non si sarebbero dovuti spaventare ma farsi coraggio e cacciarlo via gettandogli sopra un oggetto benedetto, oppure pronunciando con fermezza la seguente frase: “mostrami ciò che possiedi”. Accadde che Rosaria, Maria e Saverio (gli altri destinatari) si recarono nel posto e cominciarono a scavare. A poco a poco erano riusciti ad individuare tutti i dettagli espressi nel sogno, tra cui due bastoncini posti a croce, alcune pietruzze poste in determinati modi ed altri elementi, messi lì per confermare l’esattezza del luogo.

Rosaria portò con sé anche il suo bambino e ad un tratto dovette allontanarsi per allattarlo, ma non prima di aver avvisato gli altri due sulla storia riguardante la guardia. Al suo ritorno comprese che un serpente scappò via dal buco in quanto ne l’uomo ne la donna, presi dalla paura, riuscirono a fermarlo. Il tesoro era oramai perduto e perciò decisero di tornare a casa.

Alcuni anni dopo Maria (la seconda destinataria) venne a conoscenza del fatto che in un paese vicino viveva un uomo, il quale era in grado di far riemergere i tesori con l’aiuto di alcune preghiere. Si recò da lui, gli raccontò la storia ed insieme decisero di recarsi nel luogo.

Maria portò con sé Saverio e anche tutti i suoi parenti. L’uomo dopo aver osservato la zona cominciò a scavare, ma dopo aver notato alcuni segni, capì che la ricchezza di quel tesoro era anche destinata ad una terza persona. Solo allora Maria, pur di continuare gli scavi, decise di avvertire Rosaria. Quest’ultima arrivò e i lavori vennero ripresi. Con grande gioia, i tre destinatari, notarono ancora la presenza di tutti gli indizi.

L’uomo avvertì le persone che, in caso di gelosia, non sarebbe riuscito a svolgere il suo compito ma, nonostante ciò, tra i parenti della seconda destinataria c’era chi sperava che qualcuno dei presenti si sentisse male e fosse costretto ad andare via, in modo da poter ridurre il numero delle persone con le quali condividere la ricchezza. Ad un tratto l’uomo si fermò e disse: “Maria tu non hai agito nel modo giusto. I tuoi parenti non dovrebbero essere qui ed inoltre sarebbe stato meglio se tu non fossi stata così avida. Io smetto di scavare perché la nube di fronte a voi è proprio quel tesoro che siete riusciti a far scappare a causa della vostra gelosia.”

Tutti tornarono a casa avviliti. Nessuno seppe più nulla e tuttora, i più anziani, sperano che i propri figli o nipoti possano essere stati prescelti da qualche avo e quindi sognare il luogo dove si nasconde il tesoro. Chissà! Forse stanotte qualcuno sognerà qualcosa? Non ci resta che andare a dormire.

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