Ventuno fermati e un colpo mortale inferto a un pericoloso sodalizio criminale. Sono questi i risultati di una efficace attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile di Cagliari, che è riuscita a sgominare Calypso Nest, un sodalizio malavitoso operante nel capoluogo sardo e riconducibile all’organizzazione mafiosa internazionale denominata Supreme Eiye Confraternity.
A finire in manette sono stati ventuno cittadini nigeriani, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, tratta di essere umani aggravata dallo sfruttamento della prostituzione e traffico di stupefacenti.
Sulle loro tracce la Polizia si trovava dal 2017, quando gli uomini guidati dal dottor Marco Basile avevano cominciato ad indagare su un traffico di cocaina ed eroina, attività principale ma non unica del sodalizio, che costringeva a prostituirsi giovani nigeriane. Per progettare le azioni criminali e distribuirsi i compiti (ma anche per eseguire i propri riti di iniziazione e punire attraverso sanzioni corporali eventuali inosservanze alle ferree regole impostisi), gli affiliati a Calypso Nest, per la maggior parte immigrati regolari, si riunivano in un capannone di Selargius, monitorato dagli agenti con presidi tecnici e video riprese.
Questa brillante attività investigativa, prima di produrre i ventuno arresti, ha portato a identificare tutti i componenti e a ricostruire l’intero organigramma del gruppo, che aveva contatti con esponenti di altre cellule della Supreme Eiye Confraternity presenti in Italia.
“Siamo molto soddisfatti per i brillanti risultati scaturiti dalle indagini della Squadra Mobile”, ha affermato Pierluigi D’Angelo, Questore di Cagliari. “È stata un’operazione importantissima, la più importante di sempre condotta in Sardegna sulla mafia nigeriana”. Un’operazione importantissima ma non ancora conclusa: all’appello, infatti, mancano sei consociati, raggiunti, come i ventuno arrestati, da un decreto di fermo emesso dalla DDA di Cagliari e al momento ancora non assicurati alla giustizia.