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Letto per voi. Vivere la vita da spettatori, “Lo Straniero” di Albert Camus

E’ sufficiente leggere il primo capitolo di questo incredibile romanzo di Camus per innamorarsi follemente dello scrittore francese e capire che il titolo dato al libro non si riferisce alla nazionalità del protagonista ma ad un suo modo di affrontare l’esistenza. Fernandel Mersault, infatti, vive la sua vita con rassegnazione ed inerzia, vivendo da spettatore, da “straniero” tutto ciò che gli capita.

Il modesto ragioniere non batte ciglio dinnanzi alla gioia e tanto meno lo fa quando entra in contatto con situazioni drammatiche. Ha una bella fidanzata, un buon lavoro e qualche amico ma non mette nessuna passione nel lavoro e nei rapporti umani. Si lascia trascinare, accompagnato da un’inerzia che inizialmente ce lo fa detestare ma che poi si rivela un’arma più efficace di quanto si potesse pensare.

Dopo il racconto della quotidianità di Fernandel, infatti, si arriva ad un episodio chiave: l’omicidio di un arabo a colpi di rivoltella sulla spiaggia. Da questo momento l’azione ( o la negazione dell’azione?) si svolge all’interno del tribunale e della cella dove si trova rinchiuso il protagonista, accusato dell’efferatocrimine. Durante il processo il modesto ragioniere potrebbe evitare la condanna ma decide di lasciarsi, come sempre, trascinare dagli eventi, scegliendo di non difendersi. Viene così condannato a morte.

Il romanzo è breve, lo stile è lineare e scorrevole. Un libro che conquista e che si legge tutto d’un fiato, che ci racconta, attingendo ad una storia apparentemente banale, quanto ognuno di noi sia in realtà perennemente rassegnato allo scorrere della vita e degli eventi. Ma Fernandel Meursault è anche molto di più: una sorta di eroe tragico, immune, con il suo distacco, dai desideri e dai dispiaceri, dalla gioia e dal dolore. Rifiuta le logiche, gli schemi comportamentali precostituiti e si affida al solo istinto sensoriale. Non vuole partecipare all’assurda commedia che è la vita. Camus delinea già con questo personaggio i tratti dell’eroe dei romanzi successivi, in bilico tra il dualismo esistenzialista Uomo-Esistenza.

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