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Leggende sarde. Su Traigólzu, la creatura leggendaria del carnevale di Sindia

Nell’infinito carosello degli esseri fantastici sardi, un posto spetta alla leggendaria figura de “Su Traigólzu” di Sindia, piccolo comune del nuorese che conta poco più di millecinquecento abitanti. Una figura mitica, usata analogamente a tante sue colleghe come spauracchio per i più piccoli.

Narra il mito che, nella notte tra il 14 e il 15 agosto, Su Traigólzu emergesse dalle acque liberandosi delle sue possenti catene, per poi venire nuovamente imprigionato nella notte immediatamente successiva. Sempre secondo la leggenda, il minotauro di Sindia passava questa giornata di agognata libertà alla ricerca di anime da trascinare con sé al ritorno nelle profondità marine.

Motivo, questo, per cui il 15 agosto era considerato estremamente pericoloso fare il bagno in mare, data la presenza del mostro pronto ad afferrare chiunque fosse tanto coraggioso da nuotarvi. Non soddisfatto, la sera era altrettanto rischioso avventurarsi per le vie della città, dove “Su Traigólzu” amava passare le ore notturne in cerca di anime da sacrificare, rumoreggiando con le pesanti catene che si portava appresso.

Nel tempo i racconti più o meno precisi degli anziani del paese hanno permesso di ricostruire le sembianze della mitica creatura. L’abito generalmente accettato come rappresentante de “Su Traigólzu”, che si dice sfilasse fin dalla fine degli anni ’20 nei giorni del Carnevale, è quindi stato ricostruito nel 2011. Secondo questa versione si comporrebbe anzitutto de “Su Gabbanu“, l’elemento più importante, un lungo cappotto nero con cappuccio, legato sotto la testa con una corda in coda di cavallo. Sotto il Gabbano andrebbero i tradizionali pantaloni in fustagno, ossia i Gambali, accompagnati da “Sos Cosinzos“, gli scarponi chiodati sulla suola. Infine, a caratterizzare la figura, le immancabili catene, gli elementi senz’altro più inquietanti per i più piccoli.

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