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La pinna nobilis, minacciata dall’uomo, prova a riprendersi il mare. Notizie confortanti dall’Area Marina protetta di Capo Carbonara

La pinna nobilis, altrimenti nota come nacchera di mare, è un mollusco particolarmente protetto e inserito  nella lista delle specie protette fornita dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE e nella lista delle specie minacciate (Annesso II del protocollo ASPIM). La cronaca locale ha di recente parlato di questo mollusco perché – come purtroppo accade ogni estate – viene indebitamente pescato e strappato dal proprio habitat per finire nella collezione di conchiglie o peggio ancora nello scatolone dei ricordi estivi di qualche scantinato dimenticato. Nonostante si tratti di una specie protetta soprattutto in Sardegna, infatti, la nacchera di mare è spesso un souvenir ambito da molti visitatori nell’Isola, che rischiano multe salatissime per portarla a casa. Un tempo la pinna nobilis popolava i mari, dritta e fiera la si poteva incontrare nei fondali ma ora la specie è a rischio.

La nacchera di mare può arrivare ad un’altezza di un metro e mezzo e si attacca alle rocce attraverso la sua speciale bava di cheratina: questa sostanza, se seccata, produce un filamento pregiato conosciuto come “bisso” che può essere lavorato accuratamente dagli esperti del mestiere. Al giorno d’oggi, di esperta ne è rimasta solo una: Chiara Vigo, 63enne di Sant’Antioco e ultima maestra vivente dell’arte del bisso. Il suo sapere è frutto della tradizione e da quando ha conosciuto i segreti della tessitura, ha lavorato il bisso con tanta maestria da essere considerata patrimonio umanitario.

Un monitoraggio effettuato all’interno dell’Area Marina Protetta “Capo Carbonara a due differenti intervalli batimetrici (5-12 m e 13-20m) lungo tratti di costa identificati nei diversi livelli di protezione dell’area marina ha confermato anche per quest’anno la presenza di numerosi esemplari di Pinna nobilis grazie al fondale sabbioso e alle rigogliose praterie di Posidonia oceanica. Gli esperti dell’Area Marina Protetta “Capo Carbonara hanno riportato che, se da una parte le nacchere di mare crescono indisturbate grazie alla Posidonia oceanica, dall’altra un agente patogeno minaccia il mollusco: «Si parla di una vera patologia, – si legge in un post della pagina Facebook – sembrerebbe essere causata da una nuova specie parassita di haplosporida. I primi casi sono stati segnalati nel 2016 in Spagna ed in seguito il parassita si è rapidamente propagato lungo la costa spagnola, in alcune località della Corsica e in Italia, causando una moria di massa. Questa epidemia va a gravare su una specie già fortemente minacciata dalla raccolta per uso ornamentale e dall’azione meccanica accidentale delle ancore e dalle reti a strascico.»

Un nuovo campanello di allarme, un motivo in più per provare a mantenere in vita la fauna della nostra Terra, unica e bellissima, che senza un vero cambiamento rischia di scomparire per sempre.

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