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I 100 anni del vocabolario Zingarelli. Nell’edizione 2018 entrano “carasau”, docciarsi e “bimbominkia”. Resta fuori “petaloso”

La lingua Italiana è una lingua vivissima e in continua evoluzione, influenzata dai continui mutamenti sociali, economici e politici, dall’inarrestabile progresso scientifico e tecnologico.

Per questo lo Zingarelli si aggiorna ogni anno, aggiungendo in media oltre 300 voci. A spiegare l’evoluzione della lingua italiana e il percorso che porta una parola ad essere inserita nel dizionario sono stati il professor Massimo Arcangeli linguista e critico letterario dell’Università di Cagliari, e la professoressa Vera Gheno, sociolinguista e traduttrice letteraria dell’Università di Firenze, alla conferenza-laboratorio “100 anni di Zingarelli” che si è tenuta al Liceo Classico Dettori.

Il dizionario ha compiuto 100 anni, ma nel corso del tempo non è affatto invecchiato, anzi, ogni anno ringiovanisce perché le sue definizioni si aggiornano e aggiunge centinaia di parole. Alcune sono dei neologismi, altre sono straniere, ma sono diventate di uso comune. I neologismi hanno origini diverse, ci sono parole che derivano dall’unione di altre già esistenti, come apericena, postverità, ciclostazione, coparentale o ancora, termini derivati dall’inglese, ma italianizzati come “Shippare” che significa immaginare che due persone affini stiano insieme , flaggare e photo opportunity, e ancora parole come Brexit o haters ripetute migliaia di volte quest’anno. Oppure una parola nuova può nascere dall’esigenza di definire una situazione nuova, come “Adultescente” che indica la condizione di molte persone adulte che per ragioni economiche ancora vivono coi genitori. Possiamo trovare parole coniate da personaggi noti che entrano nel linguaggio comune tipo “Ciaone”, o utilizzate con tale frequenza da non poter essere ignorate come “Bimbominkia” o “Docciarsi”. Entra a pieno diritto dronista, nuovo mestiere, e poi nikefobia cioè la paura di vincere e sviluppismo. E il famigerato “Petaloso”? No, petaloso sullo Zingarelli non lo troverete, perché non è sufficiente coniare un nuovo termine, anche se espressivo, affinché venga inserito in un dizionario, ma occorre che sia utilizzato da molti, con una certa frequenza e in maniera naturale e spontanea. Petaloso non è utilizzato comunemente, nessuno vedendo una bella rosa direbbe che è petalosa.

Mentre “Carasau” ci sarà, perché nonostante il termine sia dialettale, lo utilizzano tutti in maniera spontanea per definire quel pane tipico, che avrebbe il corrispettivo italiano “carta da musica”, ma viene comunemente preferito quello in sardo. Accanto alle parole nuove, ci sono quelle da salvare, contrassegnate da un fiorellino, usate sempre meno. Sono 3.125 le parole in via di estinzione, ad esempio obsoleto, crinolina, diatriba, ledere, leccornia, perorare e ingente. Oltre alle tradizionali definizioni lo Zanichelli contiene schede che illustrano le sfumature di significato delle parole e le definizioni d’autore con le quali alcune parole vengono definite in chiave pop da personaggi noti, tra gli altri Valentino Rossi e Jovanotti. Infine un’ultima, ma non meno importante caratteristica dello Zanichelli: le parole che in qualche modo possono assumere un significato denigratorio, come per esempio “negro”, vengono segnalate come parole con un’accezione offensiva. Il vocabolario dunque non è solo un testo che spiega il significato delle parole, ma un valido aiuto per chi vuole esprimersi stando al passo coi tempi. (Dalila)

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