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Uranio impoverito: Mazzeo sentito in commissione parlamentare. Lo spettro del Napalm, sollevato da Pili, sembra archiviato

Delle due audizioni in Commissione Uranio Impoverito tenutesi ieri alla Camera dei Deputati a Roma, una ha riguardato da vicino l’Ogliastra. Il procuratore Mazzeo è stato infatti convocato dal Presidente della Commissione, l’Onorevole Scanu, per riferire quanto appreso in questi mesi di udienze in merito al processo sui veleni di Quirra.

Il Procuratore ha introdotto la sua testimonianza con un breve quadro sullo scenario storico e amministrativo della zona del Poligono, facendo emergere anche alcune peculiarità che hanno contribuito a complicarlo. Nonostante la statalizzazione del territorio e la destinazione militare, si consentì ai pastori che storicamente lavoravano in quelle zone di mantenere la possibilità di far pascolare lì le bestie, in virtù di un sistema di usi civici difficile da scardinare. I pastori frequentavano isole amministrative di comuni distanti e geograficamente scollegati, come Arzana e Villagrande Strisaili, che a Quirra hanno delle piccole enclave. Questo rese difficile capire con immediatezza che le bestie analizzate in cui venivano rinvenuti valori anomali, erano sì tecnicamente in Comune di Villagrande, ma pascolavano di fatto nella zona di Quirra.

I testimoni uditi da Mazzeo in questi mesi, militari o civili che fossero, hanno più volte descritto come avvenivano i brillamenti del materiale bellico inutilizzabile rimasto, in molto casi, dalla seconda guerra mondiale. Gli ordigni, seppelliti in grandi fosse, venivano fatti detonare, producendo enormi colonne di fumo che poi si depositavano in terra. La zona dei brillamenti, detta zona Torri, era interdetta al transito dei pastori giusto nel momento dell’esplosione, mentre le bestie stavano nell’area.

Il procedimento in atto è volto ad accertare il reato di omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri, motivo per cui si è cercato di stabilire se il personale militare disponesse di adeguate protezioni. “La cosa più grave -racconta Mazzeo- è che il personale militare interveniva dopo i brillamenti per verificare che non ci fossero ordigni inesplosi, senza adeguate protezioni. Alcuni non portavano niente, altri mascherine da infermieri”.

Su animali, latte e derivati, sono stati rinvenuti metalli pesanti e altri elementi, tra cui torio e, in piccola misura, uranio. Tra le persone invece, i militari maggiormente esposti, che andavano sul luogo subito dopo le esplosioni, e i pastori, sono stati coloro in cui si sono verificati più casi di tumori e malattie oncologiche.

Presente in commissione anche il deputato di Unidos Mauro Pili, che si batte affinché si riapra la questione anche sul fronte del disastro ambientale. Pili non solo insiste sull’ingente quantitativo di missili Milan (pare circa 1200) che sono stati lanciati, liberando ognuno i tre grammi di torio che ha nella testata, ma fa anche riferimento a una registrazione della Procura della Repubblica di Lanusei, autorizzata con decreto del Magistrato, dalla quale emergeva che nell’area demaniale di Perdasdefogu erano stati seppelliti fusti contenenti materiale nocivo. “Diserbante utilizzato nella guerra del Vietnam -riporta Pili- e prodotto da una ditta di Seveso, presumibilmente Napalm”. A tal proposito il Procuratore di Lanusei ha però specificato che mai questi fusti sono stati trovati, allontanando, almeno un po’ il temuto spettro del Napalm.

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