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Riforma sulla cittadinanza: incontro alla Farnesina per la studentessa sardo-marocchina Ilham Mounssif

Incontro alla Farnesina questa mattina e a breve un intervento al Festival per i diritti umani Mediterraneo Downtown per la studentessa di Bari Sardo Ilham Mounssif, 22enne originaria del Marocco. Gli “Italiani senza cittadinanza”sono stati accolti stamane al ministero Affari esteri da Luigi Maria Vignali, direttore centrale per le Politiche migratorie. Oltre ad Ihlam, Sonny Sampson Olumati e Kwanza Musi Dos Santos, insieme a Mario Mancini, presidente di ProgettoMondo Mlal.

«Il movimento degli #ItalianiSenzaCittadinanza di cui  faccio parte» spiega Ilham «vive un periodo intenso di attività in queste settimane. Tra le più rilevanti la petizione, ribattezzata « petizione di civiltà»( change.org/Italianisenzacittadinanza) che in cinque giorni ha raccolto 20mila firme allo scopo di approvare presto in Senato la riforma sulla cittadinanza, rimasta bloccata in Commissione Affari Costituzionali per oltre un anno e mezzo. Dopo la costante attività di pressing del movimento – riaccesa anche dalla clamorosa vicenda dell’accesso negato a Montecitorio che mi ha visto protagonista –   é ripresa la discussione del ddl 2092 in materia di cittadinanza, dopo infiniti rinvii e silenzi, e ieri è giunta notizia della calendarizzazione in aula al Senato prevista per il 15 giugno».

Ilham è stata invitata insieme a due compagni Isc dal Ministro plenipotenziario direttore del dipartimento politiche migratorie del Ministero degli Affari Esteri, a nome di Angelino Alfano. Il Ministro, stamane, incontrando Ihlam e i suoi compegni di movimento, ha affermato che “Le seconde generazioni risultano essere un grande investimento per il futuro della società italiana”.

«Ho lanciato diversi appelli: non solo ai Senatori, attraverso la petizione, ma anche alle organizzazioni della società civile che credono nella nostra causa e che hanno dimostrato sostegno e appoggio» racconta la studentessa ogliastrina «Partendo dalla stessa Ong veronese Progettomondo Mlal per la quale lavoro in qualità di casco bianco in Marocco : il presidente della ong Mario Mancini infatti mi ha accompagnata all’incontro in Farnesina».

Altre realtà no profit  hanno accolto l’appello di Ihlam e compagni: Acli, Arci, Unicef Italia. I rappresentanti di Amnesty Italia e Cospe l’hanno inoltre invitata a partecipare, come rappresentante del movimento #italianisenzacittadinanzaal, al Festival internazionale Mediterraneo Downtown a Prato sui diritti umani.  «Probabilmente avrò anche modo di incontrare la relatrice del testo della riforma cittadinanza per comprendere i possibili scenari futuri e contiamo anche su qualche confronto con l’opposizione» afferma Ihlam.

Nel frattempo continua l’impegno sui social, quotidiani e notiziari per mantenere viva l’attenzione  e sensibilizzare sulla tematica dello ius soli. «Non solo i rappresentanti delle istituzioni, ma anche i nostri concittadini e soprattutto gli stessi #italianisenzacittadinanza  non sono coscienti della loro condizione, dei diritti negati e delle disuguaglianze che sono costretti a subire, dando per normale e immutabile il proprio status. L’attivismo é di fondamentale importanza dinnazi alla situazione di stallo inaccettabile che  ha imprigionato un provvedimento attesissimo non ritenendolo mai abbastanza importante».

«Siamo oltre un milione di giovani italiani e italiane non riconosciuti che attendono di uscire da questo limbo. Noi italiani di seconda generazione, figli di immigrati. Nati e cresciuti come italiani di seconda categoria. Perennemente legati a permessi di soggiorno che ci sbattono i faccia la lugubre realtà di non poterci mai identificare in una Patria» conclude la studentessa oggi a Roma «Stufi della nostra subcondizione vogliamo lanciare un forte segnale che porti la nostra politica a guardare in faccia una realtà ben consolidata e ad avere il coraggio di cambiare l’attuale legge. Peraltro si tratterebbe di un’ integrazione della normativa vigente, e non di una rivoluzione come spesso si descrive, per distorcere la realtà dei fatti, e strumentalizzare la questione al fine di “tirare voti” in favore o contro, in questo clima di eterna propaganda»

L’attuale disciplina in materia di cittadinanza, regolata dalla legge 91 del 1992 – di ben 25 anni fa – é basata sul principio dello ius sanguinis. Prevede inoltre la cittadinanza al minore in seguito alla naturalizzazione del genitore straniero se vive con lo stesso in maniera stabile e comprovabile; la cittadinanza al minore nato in Italia da genitori stranieri, se risiede nel territorio della Repubblica in maniera ininterrotta, a partire dai 18 anni, su sua richiesta entro un anno dal compimento della maggiore età; la cittadinanza a coloro non nati in Italia, al compimento dei 18 anni, solo se hanno maturato 10 anni di residenza e se superano i requisiti di reddito.

La riforma introduce 3 fattispecie, che rispondono alle esigenze delle attuali istanze sociali:

ius soli temperato, per cui al nato in Italia é concessa la cittadinanza solo se figlio di stranieri possessori di permesso di soggiorno UE di lunga durata ( quest’ultimo richiede 5 anni di residenza, superamento dei requisiti linguistici, di reddito e di alloggio);

ius culturae, per cui il nato o arrivato in Italia entro i 12 anni di età diviene cittadino se ha frequentato regolarmente per 5 anni uno o più cicli di studio, oppure alla conclusione positiva di un corso di formazione primaria

cittadinanza per naturalizzazione a coloro giunti in Italia tra i 12 e 18 anni di età, se vi risiedono legalmente da 6 anni oppure se hanno frequentato e concluso un ciclo di studi.

L’attuale riforma é approdata in Parlamento grazie alla proposta di legge di iniziativa popolare da parte di ventidue organizzazioni sociali e sindacali che tra il settembre 2011 e il marzo 2012 hanno promosso la campagna “L’Italia sono anch’io” raccogliendo più di 200mila firme. Il 13 ottobre 2015 la Camera dei Deputati decise con uno storico voto che “chi cresce in Italia è italiano”, approvando la riforma che invece ha trovato al Senato una pila di oltre 8 mila emendamenti di carattere ostruzionistico – quasi tutti firmati Lega Nord – e solo negli ultimi giorni la Commissione Affari Costituzionali ha ripreso in mano.

«Insomma la volontà politica non pare  decisa a compiere questo mezzo passo di civiltà : « mezzo » per via delle trattative al ribasso sul ddl tra le attuali forze politiche, che quindi solo in parte soddisfa la proposta promossa della campagna “L’Italia sono anch’io”. Se la riforma non dovesse esser portata a compimento sarebbe inoltre una grave mancanza nei confronti dei cittadini che hanno avanzato la proposta di legge, tra i pochi istituti di democrazia partecipativa che il nostro ordinamento garantisce, testimoniando quindi la necessità di tale di aggiornare la legislazione in materia di cittadinanza» conclude Ilham.

La petizione lanciata su

 

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