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Stefania Lai: “Chiudere il Museo Nivola? Sardi, diciamo no!”

 

La Grande Madre, Nivola

Dopo i tagli del 50 per cento dei fondi regionali a lui destinati, si è paventata la chisura del museo Nivola di Orani e il trasferimento della collezione ( di proprietà degli eredi dell’artista) negli Stati Uniti. Questa notizia è arrivata durante la recente campagna elettorale, che ha visto tutti i candidati proclamare a gran voce la necessità di difendere la cultura e l’identità sarde. Proclami che hanno stonato decisamente con questo drastico taglio di finanziamenti da parte dell’ente che più di tutti ha consentito a partire dal 1990 di tenere aperte le porte del Museo dedicato all’artista sardo trapiantato a New York. Nei giorni scorsi, dopo un’accesa e partecipata mobilitazione sul web, centinaia di sardi si sono simbolicamente riuniti davanti al museo del celebre artista per manifestare il proprio dissenso e dire no alla chiusura di una struttura di tale importanza.

 

Una delle paladine della protesta è un’artista lanuseina, Stefania Lai, che spiega: “Credo che la chiusura di una struttura come il Museo Nivola non sia nemmeno da ipotizzarsi.  Non posso pensare che un artista di tale peso internazionale non abbia sufficiente considerazione da parte dei suoi fratelli più vicini, i sardi. Geniale, eclettico e sensibile interprete del femminile e del maschile, del piccolo mondo e dei giganteschi spazi di città lontane, un maestro della materia, del tratto e del colore conosciuto e riconosciuto ovunque: questo è per me Nivola, un nome che fa brillare l’isola intera. Dovrebbe essere una bandiera su ogni finestra , dovremmo portarlo sulle bocche , e negli occhi , ma soprattutto sentire nell’anima il peso del suo nome”.

 

E sulla paventata chiusura afferma con decisione: “Cosa vuol dire tagliare i fondi relativamente a ciò che nutre profondamente gli animi , che cambia le prospettive, che dà un senso pieno alla nostra esistenza, all’arte in senso ampio? Significa non riconoscerle un valore primario per la persona e la società, significa rischiare un inaridimento ed un impoverimento culturale generale, una caduta degli stimoli al pensiero divergente, alla creatività, alla fantasia ed allo stesso sogno. Dobbiamo dire ad alta voce che noi non accettiamo che un museo come il Museo Nivola ad Orani chiuda, che non si privino i nostri figli della bellezza e dell’esempio dei grandi. I ragazzi crescono all’ombra di queste luminose scintille di arte pura, perciò è scandaloso anche solo ipotizzare la chiusura del museo…che mondo vogliamo consegnare alle future generazioni?”

 

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