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Ogliastrini nel mondo. Marcello Pilia, da Tortolì al Texas

Come è maturata in te la decisione di trasferirti negli Stati Uniti?

Nel 2000, a soli sedici anni, decisi di regalarmi un’esperienza all’estero con il progetto Intercultura. Per un anno fui quindi ospite di una splendida famiglia texana. A San Antonio frequentai la scuola, imparai perfettamente la lingua e…mi innamorai perdutamente dello stile di vita americano. Tornato a Tortolì, terminai gli studi e dopo il diploma si presentò il dilemma: dove frequentare l’università? Ma in cuor mio sapevo già la risposta, così decisi di tornare in America e di laurearmi in Scienze dell’Alimentazione presso la University of the Incarnate Word di San Antonio.

Cosa ti ha regalato questa esperienza?

Mi ha reso molto indipendente e mi ha permesso di ampliare notevolmente le mie vedute grazie all’incontro con persone provenienti da ogni parte del globo. Ora mi sento un piccolo cittadino del mondo, perfettamente inserito in una realtà completamente differente da quella d’origine. Inoltre lo stare in America mi ha dato l’opportunità di conoscere una donna meravigliosa e che mi tiene testa, Mychal. L’ho sposata nel 2009 e con lei ho avuto due bambini stupendi, che amo immensamente: Luka ( di due anni) e Arya (di un anno).

Cosa ti manca della Sardegna?

Sento molto la nostalgia della famiglia e degli amici. I miei genitori e mia sorella Cristiana vivono ancora ad Arbatax. Il fatto che i miei bambini non possano godersi i cuginetti, la zia e i nonni mi rattrista tanto. La mia famiglia d’origine è stupenda. Mi mancano tanto anche il mare e i prodotti tipici sardi. Anche se devo dire che mia moglie ha imparato molto bene alcune buonissime ricette della mia mamma.

Cosa pensi, invece, di aver guadagnato con questo trasferimento?

Non mi manca dare tutta la mia busta paga al governo in tasse, la burocrazia, la corruzione, le raccomandazioni. Trovo che il sistema italiano sia malato sotto molti punti di vista. Non vorrei mai dovermi riabituare a certe cose. L’Ogliastra è una zona stupenda ma le persone devono iniziare ad averne cura, a pensare al bene comune, non sempre e solo ai propri piccoli interessi. In caso contrario, tutto rimarrà sempre allo sbaraglio.

Che lavoro svolgi in Texas?

Dopo la laurea in Scienze dell’alimentazione ho studiato Scienze Biomediche e fatto un master e poi un dottorato in Ingegneria Biomedica, studiando l’effetto degli attacchi cardiaci sul tessuto cardiovascolare. Durante il dottorato mi sono specializzato in ingegneria e rigenerazione ortopedica. Grazie a questi studi ora lavoro all’Istituto per Ricerca Chirurgica dell’Esercito Militare degli Stati Uniti. In sostanza, lavoro con altri ricercatori per cercare di rigenerare i tessuti del sistema muscoloscheletrico degli arti compromessi dei soldati, che altrimenti subirebbero un’amputazione. Amo quello che faccio.

Tornerai?

Vorrei tornare in Europa ma non in Italia, per i suddetti motivi. Mi piacerebbe trasferirmi in una nazione come la Svizzera. In quel caso potrei vivere secondo i miei parametri e sarei molto più vicino alla mia famiglia.

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