Silvestro II, il Papa Mago di Roma.
Attorno alla sua figura si costruì il mito secondo il quale fosse un mago a servizio del diavolo, anche in virtù della sua erudizione fuori dal comune che gli permise di entrare in connessione da molto giovane, prima di essere eletto papa, con il Re Ottone e di essere stimato dai suoi successori.
I Papi hanno avuto da sempre un ruolo centrale nella Storia di Roma, tra miti e leggende. Uno di questi racchiude da solo due archetipi suggestivi, quelli del Padre e del Mago: parliamo di Silvestro II, il cui nome originario corrisponde a Gerberto di Aurillac e fu conosciuto anche come Gerberto da Reims. Nato da una famiglia di umili origini, ha vissuto tra il 940 e il 1003 d.c, fu il primo pontefice di nazionalità francese (nacque in Alvernia) e fu capace di distinguersi per le sue eccelse doti culturali che spaziavano verso vari campi del sapere sia umanistici che scientifici. Viene indicato come l’inventore del primo orologio a pendolo meccanico, della clessidra ad acqua e sabbia ed altri complessi strumenti astronomici e musicali. Alcuni ipotizzino, ma le fonti sono discordanti, che sia stato addirittura il responsabile dell’introduzione dei numeri arabi in Occidente.
Attorno alla sua figura si costruì il mito secondo il quale fosse un mago a servizio del diavolo, anche in virtù della sua erudizione fuori dal comune che gli permise di entrare in connessione da molto giovane, prima di essere eletto papa, con il Re Ottone e di essere stimato dai suoi successori.
Fu Ottone III ad incoronare Gerberto come pontefice ed insieme collaborarono per la Renovatio Imperii, un paradigma utopistico del Medioevo, che aveva lo scopo di ricostituire l’autorità imperiale in una nuova prospettiva cristiana dove imperatori e papi potevano collaborare insieme nella costituzione di un nuovo impero su modello romano, ma basata su principi religiosi.
Fu molto attivo in vari settori: si dedicò assiduamente alla diffusione del cristianesimo in diverse terre slave come Polonia ed Ungheria e divenne convinto oppositore della simonia (della quale Vistanet ha già parlato in un precedente articolo su Dante Alighieri).
Purtroppo la classe aristocratica, anche per questo, non vedeva di buon occhio né l’imperatore e né i cambiamenti del Papa e si rivoltarono contro di loro al punto che i due furono costretti a scappare a Ravenna.
Nel frattempo Re Ottone III morì, forse avvelenato, e tornando a Roma dovette sottostare alle condizioni della famiglia Crescenzi (che abbiamo ricordato in un pezzo dedicato al Sacco di Roma).
Provato ed ormai relativamente anziano per la sua epoca, si spense pochi giorni dopo un mancamento mentre celebrava messa alla Basilica Santa Croce in Gerusalemme nel Rione Esquilino.
Ora è seppellito nella chiesa di San Giovanni in Laterano ed un commovente epitaffio di Sergio IV ne elogia la memoria.
Diverse sono leggende legate alla sua figura: una di queste narra che quando Papa Innocenzo X nel 1648 fece riaprire la sua tomba, il suo corpo fu ritrovato intatto per poi dissolversi nell’aria.
Un mito alimentato anche dalle calunnie di diversi suoi contemporanei che lo ritenevano uno stregone che aveva stipulato un patto con il demonio per ottenere poteri magici e amante di una donna musulmana avente un padre mago, al quale rubò un testo di ritualistica.
Alcuni scritti come quelli del cardinale tedesco Bennone, dei letterati Sigebert di Gembloux e Vincenzo di Beauvais alimentarono queste dicerie, addirittura descrivendo aneddoti secondo i quali il demonio comparve a lui sotto le forme di una donna dal nome “Meridiana” ( a tal proposito palese è il riferimento agli orologi) e di golem, altri gli attribuiscono il privilegio di aver scovato il tesoro di Campo Marzio. Alcuni Leggende che continuarono anche con il domenicano Martino Polono nel 1200 e con l’umanista Bartolomeo Secchi, detto “Platina” nel 1400.
A contenere ed a contrastare queste storie fu lo storico Cesare Baronio, vissuto tra la metà del 1500 e l’inizio del 1600 dove smontò tutte le tesi ed i racconti sui generi nella sua enciclopedica “Annales Ecclesiastici”, dodici libri che narrano 1200 anni di Chiesa cristiana.
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