(VIDEO) Quando Maria Lai creò un filo di 26 km di jeans che univa la montagna alle case di Ulàssai
Tra le opere di Maria Lai ce n'è una che rappresenta la sua massima maturità artistica: "Legarsi alla montagna".
Gli artisti sono coloro che riescono a immaginare mondi impossibili.
Se c’è un’artista che in Sardegna – e in Ogliastra in particolare – è riuscita a impersonare tutto questo è senz’altro Maria Lai.
L’artista ulassese ebbe una carriera prolifica e vivace con decine di opere uniche nel loro genere che hanno contribuito a rafforzare l’identità del suo territorio e a farlo conoscere in tutto il mondo.
Tra le opere di Maria Lai ce n’è una che rappresenta tutto questo: “Legarsi alla montagna”.
Nel 1981, a partire dall’8 settembre, in collaborazione con tutti gli abitanti di Ulàssai fece qualcosa che non era mai stato fatto altrove: con un filo di cotone jeans lungo 27 km unì la montagna del paese, Gedili, con i tetti, le porte e le finestre di tutto il centro abitato. L’opera durò 3 giorni e fece scalpore in tutto il mondo.
Ecco cosa racconta sull’opera la stessa Maria Lai in questo documentario Rai: “I nastri sono il simbolo dell’arte, sono leggeri ed effimeri e non servono a nulla. Ulàssai è il mondo, ha vissuto chiuso e non saprebbe aprirsi al mondo, pieno di rancori e problemi che non sa risolvere, colmo di ansie e preoccupazioni, di minacce di frane. Mi rendo conto che Ulàssai era il paese ideale, come se avesse aspettato questo momento fino ad ora. È stato come mettere un fiammifero acceso vicino alla legna da ardere. Forse in una città non avrei avuto tanta rispondenza”.
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