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“Ditelo coi fiori”: la storia della stilista lanuseina Maria Ausilia Marongiu

 

Maria Ausilia Marongiu è nata e cresciuta a Lanusei, in una famiglia composta da undici sorelle e fratelli. Sin da piccola ha coltivato la passione per la moda, grazie all’amore per la sartoria trasmessa dalle sue zie, diventando con il tempo una stilista conosciuta e apprezzata in Sardegna, specialmente in Ogliastra. 

Oggi lavora nel suo laboratorio, chiamato “Ditelo coi fiori”, a Lanusei, dove continua a creare abiti e accessori con lo stile che la contraddistingue. 

La sua storia.

 

Quando e come è nata la sua grande passione per la moda?

Questa passione, soprattutto per la sartoria, è nata quando ero piccola. Infatti stavo sempre a casa delle mie zie e di mia nonna per ore: le osservavo con attenzione mentre cucinavano, ricamavano e facevano l’uncinetto. Ogni volta mi portavo via pezzetti o ritagli di stoffa per provare a fare dei lavoretti da sola con ago e filo, cucendo e riniziando da capo. Una mia zia è stata d’ispirazione per me, perché mi permetteva di togliere i punti lenti e l’imbastitura degli abiti. Per questo motivo, da giovanissima, mi sono iscritta alla scuola di taglio, cucito, confezione e ricamo, specializzandomi in lavori di sartoria. 

Quando ha deciso che quello della sartoria sarebbe diventato il suo lavoro?

Ho iniziato a cucire abiti per le mie sorelline: era per me un modo per farmi conoscere e fare pratica. In seguito ho iniziato a creare vestiti per le mie amiche. Ricevevo così tante richieste che alla fine decisi di sfruttare l’occasione per guadagnarci qualcosa, visto che sino a quel momento avevo regalato tutti i miei abiti. A quei tempi si stava sempre attenti agli sprechi e questa abitudine mi è rimasta a tal punto che il riciclo è alla base di molti miei lavori. Ho sempre pensato a come poter riutilizzare questo o quell’oggetto. Ho iniziato così a realizzare anche abiti di carnevale, che per anni sono stati un hobby e che mi hanno anche fatto vincere diversi premi.

 

Quando è giunta la svolta?

La svolta nella mia carriera è arrivata con il tempo, grazie alla partecipazione a vari eventi, mostre, sfilate e incontri con altri stilisti isolani. Il mio percorso di stilista è iniziato fondamentalmente grazie al presidente del circolo “Quarantesimo Parallelo”, Mario Aresu. Mi invitò a mostrare le mie creazioni e i miei primi abiti floreali. Ma la vera novità nel mio percorso è arrivata nel 2004 quando, durante un’esposizione a Cardedu, mi venne incontro Gianni Medda che mi propose un incontro con il re del velluto Paolo Modolo. Il grande stilista mi invitò poi ad una sua sfilata per far conoscere i miei abiti, e io timidamente accettai. Da allora non mi sono più fermata, partecipando a tantissime sfilate di Modolo e su invito di Giuliano Marongiu. 

Quali sono state le sue più grandi soddisfazioni come stilista? 

Negli anni ho collezionato tantissime soddisfazioni, soprattutto nate dall’incontro con stilisti e personaggi di rilievo. Ho incontrato per la prima volta Giuliano Marongiu a Lanusei durante una mia sfilata, il critico d’arte Vittorio Sgarbi durante un’altra sfilata, l’artista Maria Lai. Ho ricevuto da loro degli apprezzamenti che custodirò sempre come dei preziosissimi tesori. Nel 2005, grazie al ex presidente della Pro Loco di Arzana, Raffaele Sestu, ho incontrato lo stilista Antonio Marras. Avevano organizzato l’evento “Erbe e medicinali” e noi due eravamo gli stilisti principali. Lui un gran maestro, io poco conosciuta, ma avevamo e abbiamo una cosa in comune: le nostre creazioni, in diverso modo, si ispirano alla tradizione sarda, in particolare ai costumi tradizionali. 

Apprezza qualche stilista in particolare?

Antonio Marras è uno di quelli che apprezzo di più. Mi piace il suo stile perché riesce a cogliere sempre l’essenza della tradizione della nostra Isola. Infatti per l’evento “Erbe e medicinali” ero stata entusiasta nel ricevere dei complimenti da lui e da sua moglie. Inoltre ammiro Vivienne Westwood per il suo stile particolare ed eccentrico. 

Può raccontarci dell’incontro con la grandissima artista ogliastrina Maria Lai?

Nel 2008, per l’8 dicembre, io e altri 24 altri artisti fummo invitati alla realizzazione di presepi in giro per l’Isola, per la manifestazione “Presepe d’artista”: tra loro vi erano anche Tavolara, Sciola e la grande Maria Lai. Lei aveva realizzato un presepe a Uta, veramente molto particolare, come lo era lei. Per me questa rimane una soddisfazione enorme. Poi l’ho incontrata ufficialmente per l’evento “Erbe e medicinali” ad Arzana, dove avevo presentato le mie creazioni, e lei una mostra con le sue bellissime opere.

Le sue creazioni hanno una chiave “naturalistica”, come i tantissimi abiti costituiti da composizioni floreali, ma riprendono anche la tradizione sarda. Come mai questa scelta? 

Ho iniziato ad amare i fiori quando sfogliando vecchi libri di scuola avevo trovato tra le pagine, ancora in ottimo stato, dei fiori essiccati. Grazie ad una pressa costruitami da mio fratello, ho iniziato a utilizzare i fiori per la creazione di vari quadretti, che poi ho esposto in varie mostre. Dopo qualche tempo ho iniziato a coltivarli, sfruttando anche il giardino di mia sorella. In quel momento ho avuto l’idea di utilizzarli nella creazione dei miei abiti. Lo stile caratteristico dei miei abiti con i pannelli decorati, richiamano alla mente “su altaleni” perché vogliono rendere omaggio alla tradizione sarda. Il costume sardo viene rivisitato in chiave moderna e naturalistica: i bottoni sardi in borse, la classica “berrita” diventa un copricapo femminile. Inoltre utilizzo il cardo, il peperoncino, l’asfodelo, “su pani pintau” per adornare e incorniciare gli abiti come dei veri e propri gioielli. Tutto questo è ditelo con i fiori. 

 

 

Realizza dei crochet che mischiano la natura con il suo talento per la moda. Chi le ha dato l’ispirazione?

La natura è sempre stata d’ispirazione per gli artisti di ogni ambito. Nel mio caso utilizzo quanto la natura ha da offrirmi per realizzare un abito, un accessorio, un quadro e tanto altro: dei semplici fiori essiccati uniti all’arte del riciclo possono dare vita a vere opere d’arte. 

Lei è anche una maestra nella decorazione delle uova e delle zucche. Cosa puoi dirci a riguardo?

Mi piace tantissimo decorare e dipingere le uova e per questo motivo ho partecipato a vari concorsi nazionali. Ho vinto un premio al concorso nazionale OVO PINTO nel 2005 e uno nel 2020. Sono molto orgogliosa di dire che alcune delle uova da me decorate, si trovano ancora oggi nel museo dell’uovo in Umbria. Da anni realizzo poi il presepe di zucca, in molte parti della Sardegna, perché la mia creatività non si ferma solo agli abiti. 

Qual è, finora, la creazione per la quale si sente più orgogliosa?

Se dovessi scegliere, probabilmente direi un particolare abito, al quale è riuscita meglio la tecnica dei fiori applicati, e il bronzetto nuragico rivisitato in chiave naturalistica con lo scudo interamente fatto di lavanda. 

Progetti per la fine della pandemia?

La pandemia ha sferrato un brutto colpo al mondo della moda, bloccando eventi e sfilate. Io mi auguro che si possa tornare presto alla normalità, per tutti, e quindi anche per il mio settore. Intanto continuerò sempre a creare e ad avere nuove idee, sperando sempre in positivo. 

 

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