“Procurade ‘e moderare”, la ‘piccola marsigliese’ inno ufficiale della Sardegna

«Baroni (proprietari terrieri), cercate di moderare la vostra tirannia altrimenti, a costo della mia vita, tornerete nella polvere (per terra), La guerra contro la prepotenza è stata già dichiarata e nel popolo la pazienza inizia a mancare», così inizia "Procurade 'e moderare", l'inno della Sardegna che sembra una piccola Marsigliese.
Procurade ‘e moderare: l’inno della rivolta sarda che attraversa i secoli.
“Su patriotu sardu a sos feudatarios”, noto anche con il suo incipit potente “Procurade ‘e moderare”, non è soltanto un testo poetico né solo una canzone tradizionale: è un grido di rivolta, una voce di popolo che ha saputo sfidare il potere e l’oppressione, affondando le sue radici nel cuore della Sardegna del Settecento. Composto nel 1795 da Francesco Ignazio Mannu, uomo colto e coraggioso, durante i moti rivoluzionari scoppiati in epoca sabauda, questo componimento rappresenta uno dei manifesti più espliciti dell’anima antifeudale del popolo sardo, stanco di soprusi e ingiustizie, pronto a rivendicare dignità, diritti e libertà. Le sue parole sono ancora oggi vibranti di forza e di verità, e hanno attraversato le generazioni come un testimone ideale della lotta per l’identità e la giustizia. Considerato per lungo tempo un inno popolare non ufficiale, cantato nelle piazze, tramandato nelle case, custodito nella memoria collettiva, “Procurade ‘e moderare” ha ricevuto un riconoscimento formale solo nel 2018, quando – dopo due diverse proposte di legge – è stato finalmente dichiarato inno ufficiale della Sardegna. Non è stata una semplice formalità, ma l’atto simbolico con cui un popolo ha voluto onorare la sua storia, dare voce al suo passato e affermare con fierezza la propria identità.
“Procurade ‘e moderare” è una canzone che rappresenta benissimo la Sardegna e il carattere del suo popolo, gentile e mansueto, ma non incline a essere sopraffatto.
Sembra una piccola Marsigliese. Con l’inno francese condivide un anelito alla ribellione, ma lo fa in maniera più pacata. «Procurad’e moderare barones, sa tirannia chi si no, pro vida mia, torrades a pés in terra». Le prime due parole sono un invito gentile all’oppressore. «Badate bene di cercare di moderare la vostra tirannia, altrimenti, a costo della mia vita, tornerete nella polvere», suonerebbe più o meno così in italiano.
Come dire, comportatevi bene o ci ribelleremo. Nel video l’inno cantato e suonato nel febbraio 2018 dal coro di Nuoro in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. (Video di Stefania Lapenna).

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