Lo sapevate? La galleria ferroviaria più lunga della Sardegna supera i 7 chilometri: ecco dove si trova
La galleria è stata inaugurata nel 2001. Ci sono voluti più di dieci anni per realizzare l'opera. Il costo dell'intera variante è stato di circa 300 miliardi di vecchie lire.
La galleria è stata inaugurata nel 2001. Ci sono voluti più di dieci anni per realizzare l’opera.
Il costo dell’intera variante è stato di circa 300 miliardi di vecchie lire. I tempi lunghi furono legati a una serie di problemi, tra i quali la presenza di grosse falde d’acqua che resero difficili i lavori.
La variante ha eliminato alcuni chilometri di percorso tortuoso e ha consentito di superare il dislivello tra la stazione di Campeda e quella di Bonorva.
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Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Seulo”?
Diverse ipotesi, tutte antichissime: da dove deriva il nome della località barbaricina?
Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Seulo”?
Diverse ipotesi, tutte antichissime: da dove deriva il nome della località barbaricina?
Lo sapevate? L’origine del nome “Seulo” resta ancora oggi avvolta nel mistero, ma rappresenta un affascinante punto di incontro tra storia, linguistica e tradizione. Numerose ipotesi, spesso molto antiche, sono state avanzate per spiegare l’etimologia di questa località della Barbagia, senza mai giungere a una risposta definitiva. Il celebre filologo Giovanni Spano, nel suo “Dizionario Geografico”, sostiene che il nome potrebbe derivare dalla parola fenicia “scial”, che significa “volpe”. Un’altra teoria, proposta dallo studioso Raffaele Sardella, associa il toponimo al termine composto “se+ul”, traducibile approssimativamente come “raccolta di cereali”, evocando un possibile legame con la vocazione agricola della zona.
Il linguista Massimo Pittau, invece, colloca l’origine del nome in un’epoca ancora più remota, suggerendo una derivazione nuragica. Secondo Pittau, “Seulu” sarebbe un toponimo totalmente isolato rispetto al resto del sistema linguistico e toponomastico sardo, indicando un’origine autoctona e primordiale. Gli abitanti di Seulo, secondo questa ipotesi, appartenevano a una tribù montana della Sardegna, fieramente legata alle proprie tradizioni e poco incline ad accogliere influenze esterne, tanto da riuscire a mantenere una certa autonomia persino durante l’occupazione romana.
Le prime tracce documentali del nome risalgono al Medioevo. Intorno al 1300, Seulo era uno dei villaggi della diocesi di Suelli che versavano le decime alla curia romana. Nel 1388, il paese compare nei documenti relativi alla pace tra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona, firmata per conto della Curatoria di Parte di Valenza. Curiosamente, in quel contesto, il nome del villaggio appare come “Stolo”, probabilmente a causa di un errore di trascrizione o traduzione. Nei secoli successivi, Seulo viene citato nella “Chorographia Sardiniae” di Giovanni Francesco Fara, un’opera fondamentale scritta tra il 1580 e il 1589, e nel “Codex Diplomaticus Ecclesiensis” in un documento del 1603, consolidando così la memoria storica del toponimo.
Nonostante le molteplici teorie e i documenti storici che lo menzionano, l’origine del nome “Seulo” rimane ancora oggi un enigma, sospeso tra suggestioni fenicie, radici nuragiche e tracce medievali. Ogni ipotesi contribuisce a rafforzare il fascino di questa località barbaricina, intrecciando passato e presente in un racconto che appartiene tanto alla storia quanto alla leggenda.
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