Lo sapevate? In Sardegna una falange venne attribuita a un ominide, ma era di un avvoltoio
Quello che era stato considerato essere il reperto umano più antico ritrovato in Sardegna in realtà era la falange prossimale di un grosso avvoltoio. La parola al paleontologo Daniel Zoboli
«Oltre venti anni fa la notizia della scoperta di un deposito fossilifero all’interno della Grotta di Nurighe (Cheremule) destò un grande interesse da parte della comunità scientifica e non solo. Gli speleologi di Thiesi (T.A.G.) si imbatterono infatti in un interessantissimo accumulo di ossa fossili di grandi e piccoli animali vissuti nel Pleistocene.»
A spiegarci questo equivoco è il paleontologo dell’Università di Cagliari Daniel Zoboli.
«La notizia fu riportata da diverse testate giornalistiche e se ne parlò per diverso tempo,» continua Zoboli «specialmente per il ritrovamento di possibili tracce di macellazione su un osso di cervo megacero e per il ritrovamento di una falange attribuita a un ominide soprannominato amichevolmente “Nur”.»
Ma poco più di una decina d’anni fa un riesame del reperto portò a un’altra interpretazione: «Quello che era stato considerato essere il reperto umano più antico ritrovato in Sardegna in realtà non era altro che la falange prossimale di un grosso avvoltoio. Il “caso di Nur” è un chiaro esempio di come il progresso della ricerca può ridare ordine e correggere ciò che pensavamo assodato. La speranza è che nuove ricerche e nuovi studi possano in futuro regalarci nuove sorprese in campo paleontologico.»
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