ogliastra.vistanet.it

Il 25 novembre di Loredana Rosa: “Se gli uomini sono il problema, devono anche essere la soluzione”

La giornata internazionale che si celebra il 25 novembre è dedicata alla eliminazione della violenza maschile contro le donne. È proprio questa la dicitura: eliminazione, non contrasto; maschile, non generica. Ma in che modo si può eliminare un fenomeno così profondamente radicato storicamente e socialmente?

Ce lo spiega l’insegnante e attivista ogliastrina Loredana Rosa, in una preziosa riflessione che pubblichiamo integralmente:

«Le risposte non possono più essere soltanto quelle della repressione poliziesca, o quella dell’assistenza alle vittime (centri antiviolenza e case rifugio), entrambe assolutamente necessarie, beninteso, ma che intervengono a danno già fatto. Le leggi in materia non mancano e la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013 e i cui obiettivi sono sintetizzati nelle famose “3 P” (Prevenzione, Protezione, Punizione) ha in sé tutti gli strumenti necessari per uno Stato impegnato contro la violenza su donne e bambine.

Ciò che serve, e serve subito, è un’inversione di tendenza, una rivoluzione culturale che elimini le scorie di una cultura maschilista e patriarcale tossica, che danneggia tanto le donne quanto gli uomini. Un’impresa che, per essere realizzata, deve basarsi su un’educazione all’affettività, al rispetto e alla sessualità che cominci fin dalla scuola dell’Infanzia. Un’impresa che oggi, soprattutto in Italia, appare un’utopia, ma che è l’unica risposta possibile al fenomeno – strutturale, non emergenziale – della violenza e della disparità di genere. Per riuscire in questa impresa occorre il contributo di tutte le componenti della società: famiglia, scuola, politica, istituzioni, agenzie educative, mass media.

Con l’associazione Voltalacarta abbiamo da subito rivolto lo sguardo all’aspetto educativo, in particolare alle scuole medie e superiori. Da diversi anni coinvolgiamo un gran numero di classi attraverso incontri di formazione-informazione in molti comuni dell’isola e riceviamo tante richieste di collaborazione dall’Italia e anche dall’estero.

Nel 2016 abbiamo realizzato una video inchiesta (Voci di un verbo plurale – Insieme si fa la differenza) che ha dato voce a ventiquattro ragazze e ragazzi degli istituti superiori di Lanusei e Tortolì. Un lavoro impegnativo e di grande efficacia che parla ai ragazzi e alle ragazze di parità di genere attraverso il linguaggio dei propri coetanei.

Il nostro impegno è costante e dura tutto l’anno, sia con le scuole, sia con iniziative rivolte alla cittadinanza, dibattiti pubblici, convegni tematici e manifestazioni legate ai movimenti nazionali e internazionali impegnati nella lotta a ogni forma di discriminazione di genere (One billion Rising, #Lottomarzo, Non una di meno, movimenti Lgbtq+).

Da sempre crediamo nell’importanza di aprire anche piccole realtà come le nostre a orizzonti più ampi di divulgazione e attivismo, convinzione che mettiamo in pratica con fitte reti di collaborazione.

Per questo 25 novembre, abbiamo coinvolto in un’unica iniziativa rappresentanti della politica locale, dell’associazionismo, delle istituzioni e della scuola, per “farsi comunità contro le discriminazioni di genere”, come recita il sottotitolo del nostro evento che si terrà stasera a Lanusei. Quest’anno vogliamo dedicare la nostra iniziativa a Mirko Farci, ucciso a maggio scorso a Tortolì nel tentativo di salvare la madre dalla furia femminicida di un uomo. Mirko rappresenta uno dei tanti ragazzi che incontriamo nelle scuole: nella sua siamo stati ospitati on line pochi giorni prima della tragedia.

L’evento di questa Giornata Internazionale del 25 novembre segue di qualche giorno quello -meraviglioso!- con la scrittrice, attivista e formatrice femminista Monica Lanfranco (di cui abbiamo presentato il libro “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo – il Femminismo al G8 di Genova”), molto partecipato anche da numerosi uomini (quasi lo stesso numero rispetto alle donne, una rarità!). E questo è un altro punto cruciale: soltanto insieme, donne e uomini, si può davvero fare la differenza.

Perché se gli uomini sono il problema della violenza agita sulle donne, devono anche essere la soluzione. Soltanto con una netta e attiva presa di posizione e partecipazione maschile in questo percorso si potrà – sia pure faticosamente e con una enorme pazienza – arrivare a realizzare quella che oggi sembra un’utopia: l’eliminazione della cultura patriarcale e, con essa, della violenza e delle discriminazioni di genere.

Ma, come dice l’attivista pakistana Malala Yousafzai nel suo famoso discorso del 2013 alle Nazioni Unite, “Education is the only solution. Education first!”: nella lotta contro la violenza su donne e bambine tutto parte dall’educazione. Non ci stancheremo mai di ripeterlo».

Exit mobile version