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Sardegna in lacrime per Don Alberto: un prete, un ragazzo, amico delle persone

“Ogni cosa che facciamo è come una goccia nell’oceano, ma se non la facessimo l’Oceano avrebbe una goccia in meno”. Questa frase attribuita a Madre Teresa di Calcutta è decisamente efficace per descrivere la parabola terrena di Don Alberto Pistolesi, il sacerdote di 43 anni morto ieri pomeriggio in un terribile incidente al Poetto di Quartu.

Lo si capisce dalle centinaia di messaggi che da ieri scorrono come un fiume inarrestabile nelle bacheche Facebook e Instagram di mezza Sardegna, quella che il giovane parroco aveva percorso in lungo e in largo per portare – in un modo efficace e decisamente al passo coi tempi – la parola del Vangelo a più persone possibili.

Scrittori, politici, imprenditori, preti, semplici ragazzi degli oratori. Credenti, agnostici, atei. Le belle parole spese da ognuno per don Alberto non hanno distinzione di ceto, professione o credo religioso. In tanti lo descrivono come un vero amico più che come un semplice prete, una persona affidabile con cui parlare nei momenti più difficili, una luce sempre accesa in mezzo a una stanza buia. Ma anche un compagno ideale per condividere gioie e traguardi, sempre disponibile per un caffè all’ultimo minuto, per una chiacchierata fuori dal sagrato, per una pacca sulla spalla o per una confessione.

Cagliari, Monserrato, Quartu, Sinnai, Elmas…I messaggi di cordoglio arrivano da tutto il bacino del capoluogo, segno che le suole delle sue scarpe erano sempre abbondantemente consumate. Gli oratori che ha frequentato durante la sua missione sacerdotale lo raccontano come un gioviale capitano di giochi, un trascinatore dolce e bonario. Gli ex ragazzi nati tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 e cresciuti insieme a lui, ormai pienamente adulti,  ne sottolineano la semplicità e il suo non essere cambiato nel tempo, con o senza tonaca. Alcuni hanno fatto strada, sono diventati politici, giornalisti, imprenditori. Altri hanno fatto percorsi più semplici, ma tutti lo ricordano con le stesse parole, segno di un’orizzontalità sociale che don Alberto ha praticato sempre con naturalezza.

E allora non c’è da stupirsi del clamore della sua prematura e tragica scomparsa. C’è chi dice che “se ne vanno sempre i migliori”. Oggi a Cagliari e dintorni sono in tantissimi a pensarlo.

 

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