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Il dramma della sanità pubblica, a Cagliari la manifestazione di comitati e cittadini. Ogliastra presente!

Liste d’attesa che durano un’eternità, pazienti mandati in strutture distanti chilometri e chilometri, carenza di personale nelle strutture. È il dramma della sanità pubblica di Sardegna, che da anni vive mille difficoltà. Oggi, dunque, ecco la protesta di cittadini e comitati, provenienti da varie parti dell’Isola.

Ogliastra, Barbagia di Seulo, Sarcidano, Ussassai, ma non solo. C’è anche il Sulcis. Non mancano poi i diversi sindaci delle varie zone isolane, insieme a gruppi ambientalisti. Presenti anche dal San Martino di Oristano e pure i soccorritori del gruppo Avocc di Villaputzu, da dove tanti pazienti sono costretti a fare una lunga marcia verso le strutture di Cagliari per potersi curare. Ma anche qui, le cose non sembrano andare meglio, spiegano i sindacati.

Zone interne abbandonate, disagiate. Il personale medico è sempre carente, diversi professionisti, come spiegato anche dall’Usb, infatti, sembrano non voler lavorare in strutture disorganizzate e lasciano “buchi” vacanti. Ma non solo. Perché in Sardegna la piaga è proprio la scarsità generale di medici di base e specialisti. Il risultato, quindi, è che i cittadini per un diritto fondamentale devono affrontare mille difficoltà. Il Covid e la pandemia, inoltre, hanno scoperchiato ulteriormente il vaso di Pandora, mettendo a nudo le già presenti fragilità. “Per curare il Covid si sono trascurate altre patologie e i pazienti”, le parole dall’USB di Gianfranco Angioni. “Chi ha gestito deve fare un mea culpa”.

Negli scorsi giorni il governatore Solinas e l’assessore Nieddu hanno illustrato gli interventi per il prossimo triennio: finanziamenti, aumento delle borse di specializzazione, concorsi. Ma i cittadini chiedono fatti e subito. “Pura propaganda, prendano atto del fallimento e vadano a sentire i territori”.

Oggi ecco dunque la manifestazione di protesta alla gradinata di Bonaria e un lungo corteo diretto al palazzo del Consiglio di via Roma, che chiede alla Regione interventi veri e non “promesse”.

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