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Carro funebre, fiori e parenti ma il loro congiunto non era morto, l’ospedale aveva sbagliato

Sembra quasi un film ma non lo è. Mirella Asara riceve una telefonata, le annunciano che il padre Salvatore ricoverato al Giovanni Paolo II di Olbia è deceduto. «Non potevamo andare a trovarlo a causa della pandemia, ma tutti i giorni dall’ospedale- racconta la signora Mirella- ci aggiornavano costantemente sulle sue condizioni e sapevamo che stava bene, tanto che a breve o avrebbero dimesso per trasferirlo in un centro riabilitativo».

Poi la triste notizia, l’ospedale avverte la famiglia che il signor Salvatore è deceduto. La figlia e il genero provvedono subito a organizzare il funerale, avvisare i parenti, anche quelli di fuori che intanto a loro volta si organizzano per raggiungere l’Isola. Su Facebook Franco Delogu, marito della signora Mirella pubblica un post per avvisare che il loro locale, il Red Lyon Pub steak house di Olbia resterà chiuso per lutto.

«Quando ci siamo presentati in ospedale, abbiamo scoperto che mio padre stava bene, e che c’era stato un errore a causa dell’omonimia con un altro paziente. È stato un grande sollievo, anche se ovviamente ci dispiace per i parenti dell’altro paziente che è venuto a mancare e ci uniamo al dolore della famiglia. Non siamo arrabbiati – conclude Mirella Asara- capiamo che in questo periodo negli ospedali ci sia confusione, gli operatori sono stanchi per il super lavoro. Abbiamo pubblicato il posto su Facebook per avvisare i nostri clienti che saremo rimasti aperti, e non perdere una giornata di lavoro visto che abbiamo appena riaperto. Abbiamo ricevuto le scuse dell’ospedale, a abbiamo capito».

 

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