Il messaggio del vescovo Antonello per la Quaresima: “La parola è un valore da custodire”
Pubblichiamo integralmente il messaggio del vescovo Antonello Mura per la Quaresima, pubblicato sul sito e sul mensile della diocesi: "Un impegno quaresimale: recuperare parole responsabili"
Pubblichiamo integralmente il messaggio del vescovo Antonello Mura per la Quaresima, pubblicato sul sito e sul mensile della diocesi.
Un impegno quaresimale: recuperare parole responsabili
«Gorgia, filosofo presocratico, era dotato di una irresistibile eloquenza. Lui sapeva che la parola è una grande risorsa per l’uomo, capace di produrre grandi e inverosimili effetti. La parola incanta, ferisce, convince e, infine, “finge”, creando e dando senso anche al nulla. Saranno Socrate e Platone ad aggiungere una qualità supplementare alla parola. Non basta che essa sia persuasiva e innamorata – la seduzione è parola fatta arte – ma deve essere anche “responsabile”. Una parola cioè ha sempre un padre che la difende e ne risponde. Altrimenti è una parola irresponsabile.
Queste considerazioni arrivano in un tempo ricco di parole spesso irresponsabili. Nel linguaggio comune e mediatico, persino in quello istituzionale – ma sarebbe meglio dire partitico – le parole non si misurano per il loro contenuto di verità, ma per l’effetto più o meno distruttivo che suscitano. Quanto più fa male tanto più la parola sembra opportuna. Non conta il contenuto delle parole, ma il disorientamento che sa generare nel campo avverso. Ricordo con simpatia il capo indiano dei fumetti che sottolineava la serietà e la responsabilità della parola, pronunciando un perentorio: “Augh, ho detto!”. Come a dire che la vera parola “non torna indietro”, ed è irreversibile. Sarà per questo che le parole vere sono rare, come “rari” sono purtroppo coloro che le pronunciano.
Nelle ultime settimane, ma non solo, mi è tornata in mente una frase dello scrittore Raffaele La Capria in Esercizi superficiali: “Governa male chi si esprime male”. Il linguaggio scadente ha sempre alcune caratteristiche: il turpiloquio che diventa sistema di comunicazione; il soprannome reso nome; l’epiteto insultante divenuto merito; il tutto esaltando l’orgoglio del triviale e osannando la semplificazione etichettatoria (a scapito sempre dell’argomentare). Aggiungo che fa paura (e pena) il consenso ampio che ne consegue, perché “quel politico parla come me”. Un imbruttimento che dura da anni, fino a constatare che nell’epoca della velocità, l’ignoranza è divenuta una virtù.
In realtà parlare bene significa ragionare bene e ragionare bene, per chi ha compiti di governo, di amministrazione e di guida, significa governare bene. Per questo non dobbiamo rassegnarci e dobbiamo dire che la parola deve essere un valore, da custodire, difendere e proteggere come un bene prezioso. Nessuno di noi tollererebbe una parola bugiarda dalla persona amata. Perché la falsità distrugge e siamo fatti per la verità.
Un proverbio arabo recita: “Ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare attraverso tre porte. Sulla prima c’è scritto: È vera? Sulla seconda c’è la domanda: È necessaria? Sulla terza porta è scolpita la scritta: È buona?”. Soprattutto noi cristiani abbiamo un obbligo in più: non siamo uomini che hanno sperato in una Parola? Che ascoltano una Parola, che credono in una Parola? Per questo il nostro Dio è un Dio che parla, e tutta la Bibbia è una testimonianza di questa Parola rivolta all’umanità in tempi e luoghi diversi fino a farsi “carne” in Gesù, uomo che ha parlato e vissuto con noi. Non è un caso che in ebraico verità-sincerità, significhi anche fedeltà? Nella Scrittura la fedeltà è la verità sincera, e la verità sincera è sempre fedeltà! Essere sinceri è firmare ogni giorno un patto d’alleanza con l’altro, con gli altri: io sono io, davanti a te, che sei te stesso! Questo sì che è un bell’impegno quaresimale!».
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Perdasdefogu, la Madonna di Loreto celebrata al Poligono Interforze di “Salto di Quirra”
Numerose le iniziative religiose, benefiche e culturali, che vedranno la partecipazione dell’Aeronautica Militare in tutte le regioni d’Italia a testimonianza del profondo legame spirituale che da sempre unisce la Celeste Patrona degli aeronauti e gli uomini e le donne della Forza Armata.
Le celebrazioni del Giubileo Lauretano, l’Anno Santo promosso per la proclamazione della Vergine Lauretana a patrona degli aeronauti avvenuta nel marzo 1920, culminano ieri nella Provincia di Nuoro con le celebrazioni presso il Poligono Interforze dell’Aeronautica Militare e nella Parrocchia dei SS. Apostoli Pietro e Paolo di Perdasdefogu.
Numerose le iniziative religiose, benefiche e culturali, che vedranno la partecipazione dell’Aeronautica Militare in tutte le regioni d’Italia a testimonianza del profondo legame spirituale che da sempre unisce la Celeste Patrona degli aeronauti e gli uomini e le donne della Forza Armata.
Tra queste, la solenne cerimonia di celebrazione in onore della Beata Vergine Lauretana che ieri si è svolta presso la Chiesa del Poligono Interforze di “Salto di Quirra” in Perdasdefogu officiata dal Vescovo della diocesi di Nuoro – Lanusei S.E. Monsignor Antonello Mura, coadiuvato dal Cappellano Militare degli Enti A.M. della Sardegna don Valter Cabula e dal Parroco della Parrocchia di Perdasdefogu don Luca Fadda ha visto la partecipazione della Massima Autorità in Sardegna dell’Aeronautica Militare il Comandante del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra il Generale di Brigata Aerea Michele Oballa e una folta rappresentanza del personale militare e civile del Poligono.
Nel corso del suo intervento al termine della celebrazione, il Gen. Oballa ha speso parole “Un evento straordinario e ricco di significato per le genti dell’Ogliastra e del poligono in particolare. Il pellegrinaggio della Sacra Effige della Beata Vergine di Loreto in queste montagne è l’emblema che l’amore e la fede non trovano ostacoli insormontabili e possono raggiungere anche i luoghi più impervi e reconditi dell’anima per portare conforto e speranza”
Il Vescovo al temine della firma sul Diario Storico della Sacra Madonna di Loreto ha affermato «Preghiamo perché la Vergine di Loreto accompagni tutti coloro che desiderano volare in alto coraggiosi e intrepidi sapienti e umili- ha detto il vescovo- mai presuntuosi nell’affrontare la vita». Un messaggio per i militari quello di Monsignor Mura. «Prego perché Maria si mostri madre premurosa e attenta in ogni vostro volo, nel vostro lavoro come militari, prego perché le vostre azioni portino luci di pace – ha aggiunto il vescovo- prego perché il vostro cammino diventi un percorso di grazia che porta come Maria buone notizie, volate alto anche per chi non sa più volare».
Al termine della cerimonia il Gen. Oballa ha salutato l’effige sacra della Madonna di Loreto, rappresentata da una statua contenuta in una teca di rovere appositamente realizzata, che nel corso del 2021 farà visita a tutti gli Enti dell’Aeronautica Militare dislocati nel territorio della Regione Autonoma della Sardegna. Il percorso itinerante della Madonna di Loreto consentirà a questo Anno Santo di essere vissuto dai fedeli in maniera capillare.
Alle ore 12:00 la Sacra Effige ha attraversato in processione, la vie del paese ed è stata accolta dalla popolazione foghesina con grande gioia ed estrema partecipazione nella Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo dove numerosissimi fedeli pellegrini hanno reso omaggio alla Santa Patrona degli Aeronauti.
Il pellegrinaggio della Beata Vergine è, inoltre collegato a molteplici attività che andranno a supportare l’iniziativa benefica “Un dono dal cielo” promossa in collaborazione con l’Associazione Arma Aeronautica a sostegno degli ospedali pediatrici Gaslini di Genova, Santobono Pausilipon di Napoli e Bambino Gesù di Roma con beni strumentali pediatrici.
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