A Ulassai si registra un incremento dei positivi al Covid-19, pertanto è stata sospesa l’attività scolastica in presenza in via precauzionale.

A dare la notizia è stato il sindaco Gianluigi Serra, attraverso una nota ufficiale.

Scrive il primo cittadino: “Quanto avvenuto questi ultimi giorni dimostra quanto sia subdolo questo virus e quanto sia più che mai necessario non abbassare la guardia e rispettare tutte le prescrizioni per la tutela della nostra salute”.

“Stiamo monitorando la situazione – aggiunge Serra – e abbiamo deciso, con grande rammarico, di chiudere precauzionalmente la scuola dell’infanzia e la scuola primaria fino alla giornata di sabato. Per questo motivo vi invito ad evitare i contatti non strettamente necessari”.

“Il servizio di Igiene Pubblica della Assl ci ha purtroppo comunicato nelle ultime 48 ore 2 nuovi casi di positività al tampone del Coronavirus nel nostro paese. Le persone si trovano già in isolamento domiciliare.
A nome dell’amministrazione auguro a entrambi una pronta guarigione.  Il servizio ha inoltre comunicato il termine dell’isolamento fiduciario per uno dei nostri concittadini. Auguriamo alla persona interessata un buon rientro alle sue normali attività. In base ai dati ufficiali le persone attualmente positive sono 8”. Conclude il sindaco.

«Restiamo convinti delle ragioni che ci hanno spinto a chiedere la sospensiva del provvedimento del Ministero, pur nel rispetto della decisione della Magistratura. In attesa del giudizio di merito, non possiamo che esprimere profondo rammarico».

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, a commento del pronunciamento del Tar che ha respinto la sospensiva richiesta sulla decisione del Ministero della Salute, che ha decretato il passaggio della Sardegna dalla zona gialla a quella arancione.

«I numeri parlano chiaro – argomenta l’assessore – l’attuale scenario del quadro pandemico è compatibile con la zona gialla, se non, addirittura, con la zona bianca. Abbiamo subito una decisione su criticità superate. Il buonsenso avrebbe voluto che fosse il Ministero a rivedere le restrizioni, così non è stato e ancora non ne capiamo il motivo. La Sardegna e i sardi sono vittime di un sistema contorto, quello della zonizzazione, che ha messo a nudo tutte le sue lacune. Due settimane nel purgatorio della zona arancione, condannati da un sistema ottuso che, anziché contrastare la diffusione del virus, finisce per pesare in modo devastante sul nostro tessuto sociale, economico e produttivo già largamente provato da un anno di pandemia. Ancora una volta lo Stato ha girato le spalle all’Isola, perdendo l’occasione di fare la cosa giusta nel momento di maggiore necessità per i sardi».