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Protesta #ioapro: cosa ne pensano i ristoratori ogliastrini messi in ginocchio dalle chiusure

La pandemia prosegue il suo corso nel 2021 e sono tantissime le categorie di lavoratori che ne soffrono le conseguenze dirette o indirette. Le restrizioni imposte dal Governo a più riprese sono state criticate dal mondo del turismo e della ristorazione. Infatti, non sono state poche le voci che hanno chiesto esplicitamente misure più leggere nei confronti dei ristoratori, visto che il divieto provvisorio di poter fornire pasti in loco ha ovviamente fatto precipitare le entrate dei gestori, creando un effetto domino.

Per questo, nelle scorse settimane è sorta una protesta esplicitata dall’hashtag #ioapro, in cui si invitano tutti i ristoratori d’Italia ad aprire la propria attività nella giornata di domani venerdì 15 gennaio, nonostante i divieti e la minaccia di pesanti sanzioni. Come si può immaginare, ciò ha scatenato polemiche e si sono create due scuole di pensiero: i favorevoli all’apertura che aderiscono all’iniziativa e invocano un occhio di riguardo per la ristorazione e i contrari che danno invece la priorità totale alla lotta ai contagi.

Abbiamo voluto sentire l’opinione di alcuni ristoratori ogliastrini in merito.

 

Salvatore Cannizzaro, Lo Sfizio, Ilbono

«È innegabile che la nostra categoria stia soffrendo tantissimo, più di tante altre. Purtroppo, in tanti non si rendono conto di quanto le misure di restrizione ci stiano facendo finire sul lastrico. Siamo stati la categoria di commercianti che più di tutte ha rivoluzionato le proprie attività per poter lavorare in sicurezza, dando ai clienti la possibilità di vivere un poco di normalità. Si vociferano cambiamenti in merito all’asporto e alla consegna a domicilio, pare vogliano darci il colpo di grazia. Credo che venerdì terrò aperto, rispettando tutte le norme igieniche del caso, senza stravolgimenti, e lo farò anche per sensibilizzare chi non capisce le problematiche che stiamo vivendo con questo calo quasi totale delle entrate. Spero che non ci siano troppe dita puntate verso le oltre cinquantamila adesioni a questa protesta legittima».

 

 

 

Efisio Piras, Ristorante Da Capo, Tortolì

«Non si capisce perché i ristoranti debbano essere oggetto di chiusure complicate mentre tantissime altre attività vanno avanti. Siamo in difficoltà, noi per tutelarci abbiamo dovuto prendere decisioni difficili. Abbiamo sempre lavorato nel rispetto delle regole: non tolleravamo il minimo comportamento sbagliato, guai a chi circolava nel nostro locale senza mascherina. Ora ci sentiamo traditi e comprendo benissimo chi fra i ristoratori aderirà a questa protesta. Abbiamo fatto di tutto, seguito tutte le norme che ci hanno dato e abbiamo persino perso l’occasione di lavorare maggiormente con i nostri conterranei, come da proposta del presidente della Regione. Ci penalizzano tantissimo e molti non se ne accorgono».

 

 

Serafino Brotzu, l’Ulivo, Girasole

«Grazie all’albergo stiamo riuscendo a tenere aperto e non siamo fermi nonostante il momento. Non sono d’accordo con la protesta di domani, credo che non ce la possiamo permettere. Finché le scuole sono chiuse forse è inutile forzare altre aperture e posso capire che la situazione è grave, conosco bene i danni incalcolabili subiti dal nostro settore. Purtroppo, i dati della pandemia sono preoccupanti, ci indicano esplicitamente che queste sono scelte azzardate. Chiaramente ci serve maggiore aiuto, perché capisco chi si trova in totale difficoltà e non trova altre soluzioni».

 

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