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Ogliastrini nel mondo. La storia di Antonio Murgia, 32enne di Osini, e della sua avventura lavorativa in Inghilterra

Sono tanti i motivi che spingono un giovane a lasciare la propria terra. Antonio Murgia si è laureato in Tossicologia all’Università di Cagliari, e come tanti giovani è partito in Inghilterra per coronare i suoi sogni e crescere lavorativamente. Adesso lavora a Cambridge, un’ora da Londra, da ormai quattro anni.

Conosciamolo meglio.

 

Perché hai deciso di trasferirti in Inghilterra?

Inizialmente andai in Inghilterra per il mio dottorato in medicina molecolare e traslazione per un periodo di 18 mesi, studiando nel dipartimento di Biochimica dell’Università di Cambridge. Dopo il dottorato ho deciso di tornare a Cambridge per un lavoro come ricercatore nello stesso dipartimento, che è stato il mio lavoro per quasi due anni per poi cambiare rotta e decidere di intraprendere la carriera da chimico nel mondo delle aziende private. Adesso lavoro per una Startup Owlstone Medical che si occupa di brevettare dispositivi per la diagnosi precoce di malattie come asma, tumori e malattie del fegato.

Quali sono state per te le differenze sostanziali tra l’Inghilterra e la Sardegna?

Di sicuro vivere qui a Cambridge ti apre un mondo nuovo. Una delle differenze più significative con la mia Isola è la possibilità di incontrare persone di diversa nazionalità e quindi con una cultura diversa dalla mia. Avere la possibilità di comunicare con loro, con l’inglese che è una lingua internazionale, ma soprattutto stringere dei rapporti di lavoro e amicizia. Il punto più forte dell’Inghilterra è l’organizzazione. Non è solo uno stereotipo, gli inglesi amano seguire le regole e tutto il sistema è organizzato su delle regole precise da seguire, mentre in Sardegna è molto sentita “l’arte dell’arrangiarsi” e trovare tanti modi per raggiungere lo stesso obbiettivo. Questo probabilmente è stata la differenza più difficile con il quale ho dovuto fare i conti.

Ti manca la Sardegna?

La Sardegna mi manca, specialmente per la mia famiglia, gli amici e il cibo che si distacca totalmente da quello inglese. Per non parlare del mare. Mi tranquillizza il fatto che, con solo due ore di volo, posso raggiungere la mia terra in qualsiasi momento.

Come stai vivendo l’emergenza sanitaria lontano da casa?

Non è una situazione facile. Per me è dura soprattutto perché non ho la possibilità di tornare a casa, in Sardegna, quando voglio. Per questo sento doppiamente la mancanza dei miei affetti. Per tutto il resto, le persone a Cambridge sono molto rispettose: attraversano la strada per mantenere la distanza sociale e indossano sempre la mascherina. Il problema dell’Inghilterra, per quanto riguarda il Covid-19, risiede soprattutto nelle modalità adottate dal Governo che non sono tanto chiare come in Italia.

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