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Studenti ammassati sui bus, genitori sardi in rivolta: “La Regione risolva subito il problema trasporti”

I genitori sardi, per bocca del Coordinamento Presidenti dei Consigli di Istituto della Sardegna, ha inviato una lettera ai vertici Arst, al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore dei Trasporti Giorgio Todde, una lunga lettera in cui si chiede un impegno forte nella risoluzione delle criticità sul trasporto degli studenti in quest’epoca di emergenza Covid-19.

Nella lettera i responsabili del Coordinamento denunciano una mancanza di decisione negli ultimi mesi e chiedono un’impegno decisivo per salvaguardare le lezioni in presenza garantendo al contempo la sicurezza dei ragazzi.

Ecco il contenuto della lettera:

«Sono passati 7 mesi da quando la pandemia ha chiuso le scuole e l’Italia intera. Sono passati 3 mesi da quando il Governo e le Regioni hanno assicurato che “stiamo lavorando affinchè tutte le ragazze e i ragazzi possano riprendere l’attività scolastica in piena sicurezza”. Sono passate 4 settimane dalla riapertura delle scuole. Sono passate 3 settimane da quando questo Coordinamento, con la prima nota “Nessuno resti a terra” ha rappresentato le lacune del sistema dei trasporti. Sono passati pochi giorni dalla civile e democratica forma di protesta di molti studenti e studentesse pendolari, che hanno deciso di non utilizzare i mezzi di trasporto per sottolineare la carenza attuale e ribadire con forza il diritto a godere della “scuola in presenza”.

Sono passate poche ore dalla nota della dirigenza ARST che ribadisce “… l’ARST è, ed è sempre stata disponibile ad esaminare le criticità eventualmente rilevate e le possibili soluzioni…” ma, contemporaneamente, afferma che “…anche da monitoraggi diretti e da remoto, non si sono rilevate criticità…”, con l’evidente incapacità di “vedere il problema” o, ancor più grave “negare che il problema esista”.

Questo Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Circolo e di Istituto della Regione Sardegna, già dal 26 settembre 2020 ha messo in risalto le criticità del settore, ma il nostro appello è rimasto inascoltato.
La situazione era prevedibile, visto che da parecchi mesi si discute di questo argomento, ma il lassismo ha prevalso sulla necessità di operare.

I trasporti, soprattutto in questa terra che vive di “pendolarismo” sono una delle criticità che l’Amministrazione Regionale doveva risolvere prima che si arrivasse a questo punto; in un periodo in cui i Presidenti di Regione , per contenere il contagio del virus SARS CoV-2 , pensano che una soluzione sia quella di chiusura delle scuole, per via del flusso di studenti che usano i mezzi di trasporto, vorremmo la certezza che i protocolli di sicurezza attivati all’interno dell’ambito scolastico non venissero vanificati nel percorso che gli studenti fanno per arrivarci.

Pertanto chiediamo a gran voce che il Presidente della Regione Sardegna pretenda dal governo le risorse necessarie a sanare la situazione, e l’Assessore ai Trasporti disponga che si organizzino al meglio i trasporti regionali attraverso la ridefinizione di orari, mezzi e corse dedicate allo scopo, adeguandoli alle nuove disposizioni emanate con il DPCM odierno riguardante gli orari di ingresso e uscita degli studenti, non escludendo, da parte sua, convenzioni con società e/o ditte individuali private locali per il trasporto scolastico.

L’ARST , di concerto, cerchi di essere più attenta e soprattutto meno “burocraticamente servile”, utilizzando le risorse umane disponibili per analizzare seriamente e obiettivamente le problematiche, denunciate da tutte le parte, da tutti i settori, da tutti gli utilizzatori, ma che risultano invisibili unicamente agli occhi di codesta Azienda.
La scuola, pilastro fondamentale di uno stato democratico, dove con la socializzazione, l’integrazione, la solidarietà si formano i cittadini del domani, deve funzionare in presenza; non permettere agli studenti di parteciparvi significa incatenare il futuro».

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