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Minacce ai sindacalisti sulla 389. Sardis Forestas fa chiarezza: “Nelle scritte, da condannare, nessun esplicito riferimento a noi”

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Giorni fa delle minacce rivolte a due sindacalisti sono apparse – scritte con uno spray rosso – sul muraglione della SS 389 che collega Lanusei a Nuoro. Il vile messaggio, recitava: “Vi state scavando la fossa”. A corredo della frase, tre croci disegnate.

La frase intimidatoria era indirizzata a Rita Poddesu della Flai Cgil e a Bruno Olivieri della Fai Cisl, impegnati da tempo in Ogliastra nelle vertenze sul personale di Forestas.

Mentre sulla vicenda indagano i Carabinieri di Lanusei, da Sardis Forestas arriva un lungo comunicato, volto a chiarire alcuni punti relativi al collegamento tra l’azienda e questo ignobile fatto. Lo riportiamo integralmente:

«Quando abbiamo letto le prime notizie sul vergognoso gesto intimidatorio ai danni di due sindacalisti dell’agro-industria regionale, abbiamo pensato che il messaggio scritto sul muretto della S.S. 389 contenesse anche espliciti riferimenti a Forestas.

Non avevamo ancora visto l’immagine reale del turpe gesto, ma nel continuo susseguirsi delle note stampa leggevamo richiami inequivocabili a Forestas, indicata come origine certa del criminoso gesto. Quando poi abbiamo finalmente visto le foto del muretto, il contesto (reale) ci è apparso tutt’altro che così chiaro: le scritte minatorie infatti non hanno nessun esplicito riferimento a Forestas.

In un mondo serio e normale, quindi, la notizia non sarebbe stata farcita da commenti sul (ben noto) conflitto tra sigle sindacali – e tra lavoratori e sindacati: invece a quanto pare a qualcuno faceva comodo approfittarne per far credere che ci siano sindacati e lavoratori con idee “cattive” ed altri con idee “buone”. Ed allora ci chiediamo come mai e perchè, oltre ai diretti interessati, anche in altri comunicati taluni abbiano posto gravissime e nemmeno tanto velate accuse contro i lavoratori e contro il principale “sindacato autonomo” di Forestas, strumentalizzando un episodio di per sé gravissimo e che comunque tutti auspichiamo non si ripeta.

La storia di questi anni è lampante: il sindacato Autonomo Sadirs (ed i lavoratori che l’hanno fatto diventare il primo sindacato dell’Agenzia) sono spesso stati additati come “cattivi”, “turlupinatori” ma anche “gialli” “addomesticati” ed “estremisti”. Per limitarci agli aggettivi più “soft”. Da anni anche i dirigenti del Sadirs sono vittime di messaggi intimidatori anonimi, di attacchi personali gravissimi su comunicati che recano i loghi di alcune sigle. Ci siamo sempre limitati a rispondere sui fatti, criticare le idee ed i ruoli, al più ponendo il problema della rappresentatività di sindacati non guidati da lavoratori ma da professionisti. Capiamo quindi come ci si possa sentire, a seguito di minacce ed attacchi personali, ed è per questo che tra i primi messaggi di sincera solidarietà sono arrivati i nostri.

Ma rifiutiamo l’idea che questi gesti si possano strumentalizzare per attaccare noi, che abbiamo sempre preferito la via democratica e rispettosa delle Leggi e soprattutto dello Statuto dei lavoratori, incanalando la innegabile tensione sociale e sindacale sul binario giusto (quello appunto della dialettica sindacale). Si dovrebbe vergognare chi, anche solo velatamente, addita i sindacati “autonomi” come con-causa (se non addirittura “causa”) della nefandezza accaduta e del conflitto di questi anni.

Non sappiamo se l’anonima scritta sia riferibile al clima surriscaldato che da troppi anni interessa la vertenza contrattuale di Forestas. Rigettiamo però l’idea che sia “conveniente” per qualcuno accusare i lavoratori di Forestas, piuttosto che lasciar lavorare gli inquirenti fornendo tutti gli elementi utili ad individuare il colpevole, se ve ne sono. Continuare ad avvelenare il clima e distorcere la realtà con illazioni e
accuse, in attesa di prove certe, potrebbe sviare l’attenzione dai veri autori di questo vile gesto.

Ma è gravissimo ricondurre a FORESTAS in assenza di prove quanto è successo, perchè purtroppo sono tante, e spesso ben più gravi, le vertenze in sospeso anche nel settore agroindustriale, una fra tutte quella sull’ARAS che potrebbe lasciare per strada 250 persone. Intanto e invece, sarebbe stato più utile e responsabile riflettere silenziosamente su che cosa è avvenuto negli ultimi 20 anni a Forestas: diffuso precariato, mansioni superiori e 3000 operai di I livello che ancora non riescono ad uscire da questa condizione e che a breve ci ritorneranno, quando la Corte Costituzionale dichiarerà incostituzionale la Legge regionale 18.

Sarebbe utile riflettere silenziosamente sul recente passato, su “brutti segnali” giunti non solo dall’Ogliastra e dai luoghi virtuali dove si è letto di “teste dei segretari di sindacati autonomi da mettere sui vassoi”, o di lavoratori che “dovrebbero prenderli a calci in culo…”.

Esiste una collezione non indifferente di messaggi di questo tipo, anche di rappresentanti sindacali, l’ultimo dei quali chiede di “inginocchiarsi per chiedere scusa”. Per tacere di tutto quello che si è visto e letto da quel di Siniscola…se il livello di discussione è quello dei Social, o di certi comunicati, meglio andare tutti a casa…

Abbiamo persino letto, e ci siamo dovuti difendere, da chi sosteneva che il sindacato autonomo avrebbe scritto la Legge 18, come se tele-guidasse il Consiglio regionale…invece di riflettere silenziosamente su quale fosse l’unico modo per condurre la campagna AIB. Insomma, ci sono tante cose vergognose anche nella storia di Forestas: ma prima di aggiungere quest’altra alla lista di cose di cui vergognarsi bisogna attendere e riflettere silenziosamente: e smettere di manovrare perché non si facciano passi avanti per giungere sul tavolo di contrattazione con le risorse disponibili e risolvere le situazioni critiche.

Se qualcuno crede che questi attacchi sulla stampa o attraverso i comunicati possano screditare e far affievolire una lotta sacrosanta, si sbaglia di grosso: la lotta dei lavoratori Forestas infatti continua, nel solco della legalità e dei principi costituzionali e secondo gli strumenti dello Statuto dei Lavoratori. Come diceva bene chi oggi si erge ad esempio di democrazia e non-violenza, “siate onesti”!».

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