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Mamoiada, una famiglia a capo di una banda specializzata in furti e frodi assicurative

Le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Nuoro e dalla Stazione di Mamoiada hanno consentito di smascherare un’associazione a delinquere finalizzata al furto di auto, alla loro ricettazione, al riciclaggio di veicoli e alle frodi assicurative gestita dai componenti  di una famiglia di Mamoiada, molto nota nel paese barbaricino, che gestisce un’officina/autocarrozzeria.

Con l’operazione condotta da oltre 100 militari del Comando Provinciale di Nuoro, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, del Nucleo Cinofili e del 10° Elinucleo di Obia è stata data esecuzione a due misure cautelari in carcere a carico dei fratelli Antonello e Lorenzo Musina. Una agli arresti domiciliari anche per la sorella Graziella. Sei persone sono state sottoposte all’obbligo di dimora presso i rispettivi comuni di residenza mentre ne sono state denunciate 45 responsabili a vario titolo di reati commessi in concorso con gli associati.

L’indagine è stata avviata nell’agosto 2018 a seguito del furto di due autovetture dal Porto di Olbia (SS), destinate al lungo noleggio e rinvenute, con le chiavi e senza alcun segno di effrazione, nel Comune di Mamoiada. Grazie alla ricostruzione del percorso fatto dalle auto, dal molo Brin dove erano in attesa di essere consegnate ai clienti, sino ad un cortile aperto del Comune di Mamoiada, le indagini si sono focalizzate sui titolari dell’autocarrozzeria dei fratelli Musina, riconosciuti dagli inquirenti in alcuni frame dei sistemi di videosorveglianza. Per questo furto è stata ipotizzata la complicità di un autotrasportatore di auto a conoscenza delle procedure di custodia dei veicoli oggetto di furto.

Dall’avvio delle attività è emerso un intenso traffico di automezzi rubati, molti dei quali provenienti dal porto di Olbia, ove sostavano per lungo tempo sulle banchine, automezzi nuovi che venivano riciclati attraverso l’acquisto, per pochi euro, di omologhi veicoli incidentati o da rottamare dei quali venivano utilizzati i documenti di circolazione, per essere poi rivenduti a prezzo di mercato ad ignari acquirenti o a compiacenti sodali. Per questa attività di compravendita i fratelli Musina si avvalevano della complicità di una nota concessionaria di auto nuorese a cui intestavano i veicoli oggetto di riciclaggio per evitare di essere collegati alle operazioni di transazione.

Sempre avvalendosi della loro attività di autoriparazione si sono resi responsabili di innumerevoli truffe in danno delle assicurazioni anche con la compiacenza di alcuni periti assicurativi che ne traevano il loro profitto. I Carabinieri hanno documentato 60 casi di pratiche di sinistri stradali mai occorsi e un compenso (in otto mesi) da parte delle assicurazioni di circa 130.000 euro verso l’autocarrozzeria Musina. Il ruolo dei periti compiacenti era di stimare il danno da rifondere sempre al massimo valore.

L’Autorità Giudiziaria ha ritenuto di sequestrare l’attività commerciale degli arrestati per il ruolo determinante nel riciclaggio dei veicoli e nelle truffe assicurative.

L’ambito della banda si estendeva a tutto il territorio nazionale ove veniva effettuata per la ricerca di veicoli incidentati o da rottamare, necessari al riciclaggio. Sempre con il provento delle attività illecite veniva effettuata anche la compravendita di veicoli di provenienza legittima, rivenduti sempre attraverso prestanome, a prezzo maggiorato.

Il 18 ottobre 2018, Lorenzo Musina veniva arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Cagliari al termine di un lungo e pericoloso inseguimento per le strade cittadine dopo che si era impossessato di una Fiat 500, asportata nella Via Curie.

Sempre nell’ottobre 2018, a Lorenzo Musina è stato contestato anche il reato di incendio, quando a Mamoiada, al termine del tentativo di furto di un mini escavatore, aveva dato alle fiamme il veicolo per non essere riuscito a portarlo via, lasciando che si estendessero ad altri due veicoli che si trovavano in un cantiere di un’abitazione privata, esponendo a pericolo anche quest’ultima.

I militari al termine delle operazioni hanno sequestrato 7 veicoli oggetto di riciclaggio per un valore di circa 60.000,00 euro, denaro in contante per circa 12.000,00 euro e sottoposto a sequestro i rapporti finanziari degli indagati.

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