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La curiosità. Da dove deriva il nome “Bonaria”, patrona della nostra Isola?

Tutti i cagliaritani (o quasi) conoscono la storia della Madonna di Bonaria che, gettata in mare dall’equipaggio di una nave catalana in difficoltà nel mare in tempesta, placò la furia delle onde salvando i marinai da morte certa, salvo poi arenarsi ai piedi del colle dove oggi sorge la Basilica. Era il 1370, ma anche nei secoli precedenti questo promontorio è stato un luogo leggendario, non solo per il culto cristiano.

Il nome “Bonaria”, innanzitutto, nasconde un’origine poco conosciuta a molti cagliaritani. L’assonanza con Buenos Aires, chiaramente ispirata al colle cagliaritano, sembra condurre chiaramente alla traduzione spagnola di “Buona Aria”. Niente di più sbagliato. Il colle era già un luogo di culto prima del cristianesimo. Sui suoi fianchi calcarei, sorgeva già dai tempi dei fenici una necropoli, un reticolo di grotte che nei secoli sono stati riparo di per sbandati e senza tetto, almeno fino a quando, negli anni 60 del secolo scorso, il colle fu abbellito da una scalinata monumentale, quella che tutti i cagliaritani ammirano ancora oggi.

Fenici prima e punici poi, elessero questo colle a luogo di culto dei morti. Ma è nell’epoca degli antichi Romani che la collina di fronte a Su Siccu affonda le origini del proprio nome. Bon Aire fu la storpiatura che durante le loro dominazione i Catalani fecero del termine “Bagnaria”. In epoca romana infatti nel luogo che oggi è dominato dalla basilica, sorgevano terme e bagni pubblici, ed era per questo chiamato “Balnearia”, da cui poi il termine “Bagnaria”, termine con il quale i Pisani ribattezzarono il luogo.

La zona divenne poi paludosa, tanto da suggerire al generale La Marmora, piemontese del secolo XIX, di rinominare il colle da Bonaria a Malaria, per fortuna senza successo. Le curiosità sul colle sacro di Cagliari non finiscono qui. È proprio in questa collina che, per la prima volta, la fede cristiana mise piede e si diffuse nell’Isola. Non esattamente nel punto dove sorge la basilica attuale, ma poco distante, San Paolo predicò ai sardi per la prima volta questa nuova e, per verti versi, rivoluzionaria religione ai sardi. Fu in ricordo di questo episodio che sorse la chiesa di San Bardilio. Nel 1929, la chiesa di San Bardilio, conosciuta nel periodo medievale come Santa Maria de Portu Gruttis, ha lasciato spazio al Cimitero Monumentale.

Il colle di Bonaria e la zona paludosa di Su Siccu in una foto d’epoca

 

Dell’importanza del colle per la città di Cagliari, ma non solo, scrisse anche Francesco Alziator, fra i più importanti cultori delle tradizioni e della cultura sarda. Secondo Alziator «in nessun punto della città come sul colle di Bonaria si è fatta la storia».
È proprio ai piedi della collina, che si possono ritrovare i primi cromosomi del Stato Italiano. Il 19 giugno 1324, un martedì, sotto una tenda d’assedio sul colle di Bonaria, fu firmata la pace fra il Comune di Pisa e la Corona d’Aragona, in guerra per la conquista dei territori oltremarini pisani nell’Isola i quali, è bene precisarlo, non rappresentavano ancora tutta la Sardegna ma solo una parte di essa, e cioè: il Campidano, la Gallura e il Logudoro.

Con la firma del trattato di pace i vincitori cambiarono la condizione giuridica dell’ex entità sardo-pisana da subordinata in assoluta, al fine di aggregare questi nuovi territori alla Corona d’Aragona. Quindi, all’ombra di quella tenda, nel 1324 fu creato uno Stato ex novo: il Regno di Sardegna e Corsica, diretto antenato di quello che divenne, secoli dopo, il nuovo Stato Italiano.

 

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