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Liberu: “L’Aeroporto di Cagliari è dedicato a un responsabile di crimini di guerra”

In tutto il mondo si discute sul valore di statue e altri simboli che adornano le nostre città. Un dibattito sorto sulla scia dell’uccisione a Minneapolis del 46enne afroamericano George Floyd, che si è poi trasferito su quelli che sono considerati i simboli del colonialismo e della sopraffazione di un popolo su un altro.

Negli Stati Uniti sono state abbattute diverse statue di Cristoforo Colombo, a Londra sono stati imbrattati i monumenti dedicati a Winston Churchill, a Milano è stata macchiata di rosso la statua dedicata al giornalista Indro Montanelli, che all’epoca del colonialismo italiano in Africa si era reso protagonista del fenomeno del “Madamato”, ovvero aveva preso in sposa una ragazzina africana di 12 anni.

In Sardegna, dopo il dibattito sui monumenti dedicati ai Savoia, la statua di Carlo Felice in piazza Yenne a Cagliari su tutti, un altro simbolo viene rimesso in discussione. Stiamo parlando del nome a cui è dedicato, fin dal lontano 1937, l’Aeroporto di Cagliari Mario Mameli.

A “puntare il dito” è il movimento indipendentista Liberu, guidato da Pier Franco Devias, che giudica l’ex aviatore cagliaritano «responsabile di disumani crimini di guerra».

«Da giorni il mondo della cultura dibatte sulla figura controversa di Indro Montanelli, come eco delle proteste antirazziste degli Stati Uniti, a cui ha fatto seguito in tutto il mondo anche la messa in discussione di figure storiche a cui sono dedicate statue, vie e piazze – si legge in una nota di Liberu -. Sull’assurda permanenza dei nomi dei Savoia sulle nostre strade Liberu ha già preso posizione in diverse occasioni, e si è anche attivato con i suoi amministratori locali per la sostituzione di quei nomi con l’odonomastica originaria o con nomi di Sardi illustri. È invece meno noto che il principale aeroporto della Sardegna sia tutt’ora intitolato ad un responsabile di atroci crimini di guerra. Tale intitolazione dell’aeroporto di Cagliari-Elmas al tenente Mario Mameli avvenne nel 1937 a seguito della sua morte in combattimento, avvenuta in Etiopia nella regione di Andino nel corso di un ennesimo attacco aereo contro la resistenza. Conseguito il brevetto di pilota e compiuto l’addestramento militare, Mameli si arruolò volontario per la guerra d’aggressione fascista all’Etiopia. Lì venne assegnato alla squadriglia comandata dal genere di Mussolini, Galeazzo Ciano. Partecipò attivamente a numerose battaglie, tra cui quella di Mescic, del Samre, del Tembien, e nel massacro di Amba Aradam, in cui – in piena violazione della Convenzione di Ginevra – l’Italia utilizzava gas che sterminarono resistenti e civili innocenti».

«Mameli – si legge ancora – assieme ai suoi commilitoni sganciava su questa gente le bombe all’iprite, meglio conosciuto come “gas mostarda” che causa una morte atroce e orrende mutilazioni. Crediamo che la Sardegna debba riservare i suoi onori ai suoi figli migliori, tramandando la memoria di chi si è posto al servizio del progresso e del benessere dei cittadini. Riteniamo oltraggioso e paradossale, per l’immagine che dovremmo dare di noi stessi, che chiunque transiti per il sud Sardegna sia accolto da un aeroporto dedicato a un responsabile di disumani crimini di guerra. Chiediamo alle autorità competenti un atto di responsabilità e di giustizia, per cancellare questa vergogna e restituire alla Sardegna un’immagine di terra di pace e di civiltà».

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