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Accuse anonime all’Accademia Ogliastra. L’ex direttore tecnico, Elmar Ligurgo, risponde pubblicamente

 

 

Un attacco anonimo, ieri, all’Accademia Ogliastra e al suo ex direttore tecnico, Elmar Ligurgo, oggi Responsabile del centro di formazione Cagliari Calcio Ogliastra. Il direttivo dell’Accademia si è subito schierato con Ligurgo, che questa mattina, però, ha sentito la necessità di fare chiarezza pubblicamente su alcune accuse.

Riportiamo integralmente le sue parole:

«Basta! Prima dell’interruzione dovuta all’emergenza sanitaria avevo dato le dimissioni dal direttivo dell’Accademia Ogliastra perché stanco delle continue maldicenze sul mio conto e sulla società. Non è mia abitudine rispondere sui social ma con questo messaggio che sta circolando mi sento in dovere di farlo, dato che non pensavo si potesse raggiungere un simile squallore. Detto questo , vorrei rispondere al caro “personaggio anonimo” che poco conosce la mia storia e quella della ASD Accademia Ogliastra.

Deve sapere che l’Accademia Ogliastra nasce da un’idea di mio padre che avendo sempre fatto parte del calcio giovanile ogliastrino aveva deciso di fondare una scuola calcio. In quel periodo, nel 2010, facevo parte dei supervisori dell AC Milan e quindi gli proposi di fare una affiliazione con la società milanese per portare nel territorio un metodo di allenamento professionale, per questo motivo venni da Milano per aiutarlo a far partire il progetto insieme al mio amico, nonché attuale presidente dell’Accademia, Salvatore Morlè ( residente da sempre a Tortolì ).

Purtroppo dopo pochi mesi dalla nascita della società mio padre si ammalò del male che lei con molta facilità mi attribuisce di essere e che io a differenza sua non mi permetto neanche di augurarle al mio peggior nemico, il cancro, che dopo poco se lo portò via. Per questo motivo decisi di restare, per portare avanti il progetto a cui la buon anima di mio padre teneva particolarmente. Lei dice “attività sociale inesistente” ????

Le spiego: il nome Accademia Ogliastra nasce con l’intento di far socializzare i ragazzi di tutti i paesi facendo nuove amicizie. Socializzazione che passa attraverso esperienze come tornei mondiali e internazionali , li facciamo partecipare solo se hanno un buon andamento scolastico, che permette ai nostri ragazzi di interagire con bambini che arrivano da altri paesi e continenti e che giocano in squadre come il Chelsea, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, PSG, Inter, Juventus e Milan, tanto per citarne alcune.

Socializzazione che passa attraverso un’iniziativa che abbiamo creato con la collaborazione di Don Giorgio mandando due nostri educatori 15 giorni in Costa d’Avorio per un progetto umanitario che in seguito vedrà il coinvolgimento dei nostri ragazzi; Partecipazioni a manifestazioni come Ogliastra Informa destinate alla sensibilizzazione; Partecipazione alla gara Milan – Cagliari con i nostri bambini in campo all’uscita degli spogliatoi per salutare i giocatori nel campo di San Siro; Allenamenti al Vismara, centro del settore giovanile AC Milan; Premiazione per il torneo organizzato dal Cagliari calcio all’interno del campo del Sant’Elia in presenza della squadra.

Mi fermo qui perché penso che possa bastare per farle capire cosa non sa di quello che facciamo per i nostri ragazzi. Le faccio presente che queste esperienze non servono per creare campioni, non è questo l’obiettivo primario, ma solo per farli crescere come persone.
Lei dice che facciamo solo business?  Ha idea di quanto possa costare la gestione di un settore giovanile? Lei crede che tutte le famiglie si possano permettere la retta della scuola calcio? La quota per i tornei Internzionali? Chi crede che le paghi quelle quote?! Ha idea dei costi per 12 istruttori? Ogni gruppo ha almeno 2 allenatori, un preparatore dei portieri, un preparatore atletico. Però immagino che lei, essendo un uomo di calcio, avrà pensato che tutti i ragazzi che sono usciti dal nostro settore giovanile e che sono andati nelle varie società ogliastrine, essendo passati dai Campionati del massimo livello regionale (élite) ai quali partecipiamo compresi i 5 che sono transitati per il momento dal Cagliari Calcio, avranno fruttato chissà quanti soldi di premio preparazione?! (ammesso che lei sappia di cosa io stia parlando).

Glielo dico io: niente. Perché noi non chiediamo e non chiederemo mai il premio preparazione. Però che strano, per una società e un responsabile che pensa solo al business non approfittare della maggior fonte di guadagno. La verità è perché per noi i ragazzi hanno il diritto di giocare dove preferiscono, l’importante è che siano felici giocando a calcio.

Poi ci accusa di non mandare i ragazzi al Tortolì Calcio? Beh, forse non sa che lo scorso anno ho proposto al Tortolì di far parte del progetto Academy ma che avendo fatto loro altre scelte progettuali non si è chiuso l’accordo. Per questo dallo scorso anno ne fa parte il Girasole e non il Tortolì. Nonostante questo, oltre ad essere un tifoso sono stato per due anni allenatore del settore giovanile del Tortolì e con molta soddisfazione abbiamo raggiunto due secondi posti nel campionato regionale e in più la vittoria di un prestigioso torneo, e le faccio presente che mio padre ne ha fatto parte per anni come responsabile del settore giovanile oltre ad aver fatto parte della Castor.

Forse non sa che tre nostri ragazzi, tra i più promettenti, sono appena stati indirizzati proprio al Tortolì Calcio, anche se non fa parte del progetto Academy visto il buon rapporto esistente tra le due società. Ci farebbe piacere anche vedere qualche nostro ragazzo in serie D con il Lanusei o il Muravera perché sarebbe una soddisfazione per noi ma soprattutto per loro.

Mentre per quanto riguarda il mio tanto millantato interesse economico personale, preferisco non rispondere perché potrei offenderla, ma provi a chiedere ai miei collaboratori se sono più i soldi che ho investito di quelli che ho guadagnato.

E parliamo di Cagliari Calcio. Lei dice che usiamo il Cagliari Calcio per spillare soldi ai genitori ingenui? A differenza sua noi siamo onorati e orgogliosi di essere riusciti a diventare il secondo centro di formazione Cagliari Calcio in Sardegna e di questo devo solo ringraziare tutto lo staff tecnico e organizzativo, perché abbiamo la consapevolezza che questo progetto sarà una grandissima possibilità di crescita per tutti i ragazzi del territorio ed un’occasione per fare esperienze che nessuna società dilettantistica potrebbe offrire. Perché non dare loro questa possibilità? Se lei non era d’accordo poteva benissimo venire a Loceri quando il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è venuto alla presentazione del centro di formazione e spiegare a lui ( visto che è una sua decisione) e alle famiglie dei circa 150 iscritti alla nostra società, che il progetto del Cagliari Calcio è solo un modo (come dice lei) per abbindolare e spillare i soldi ai genitori.

Comunque caro “personaggio anonimo” la prossima volta che vuole parlare del sottoscritto o dell’Accademia Ogliastra (può stare sereno perché non ne faccio più parte), può chiedere direttamente a me, perché a differenza sua io non mi nascondo da codardo dietro all’anonimato ma sono sempre disponibile per un confronto civile con chiunque.

Ah, dimenticavo: è vero che abbiamo la sede a Tortolì da 10 anni, come la maggior parte di noi ha la residenza, ma non abbiamo mai avuto un campo nel nostro paese».

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