Quel 2 Giugno del 1946, in quell’Italia del dopoguerra, non era rimasto quasi più nulla. Una nazione in ginocchio, prostrata ed in miseria, chiamata a decidere la forma di governo e in che direzione andare per tentare di risollevarsi.
Circa 24 milioni di italiani votarono al referendum, poterono farlo per la prima volta anche le donne, sulla scelta tra monarchia e repubblica oltre ad eleggere i membri dell’Assemblea Costituente che diede vita alla Costituzione Italiana. Senza la scelta illuminata della Repubblica non avremmo avuto, ovviamente, la nostra Costituzione.
«I padri costituenti, seduti su quelle macerie, hanno provveduto alla stesura dellaCostituzione Italiana, la Costituzione più bella del mondo, che garantisce i diritti umani fondamentali, mettendo in condizione i nostri nonni e i nostri padri di far sì, con l’ingegno, la capacità, l’iniziativa, il duro lavoro, che quella Repubblica appena nata, povera ma tenace, risorgesse dai cumuli di macerie diventando potenza economica mondiale e garantendo ai propri cittadini, libertà, benessere e prosperità – commenta sui social il sindaco di Jerzu Carlo Lai – In questi 74 anni, l’Italia è stata riconosciuta, amata e rispettata nel mondo per la sua bellezza, per i suoi beni artistici e culturali e per l’enorme capacità che riesce ad esprimere in ogni settore, dall’industria manifatturiera a quella dell’eno-gastronomia, alle scienze e alla medicina. Siamo eccellenza nell’agroalimentare, nell’artigianato, nella manifattura, nella meccanica, nella nautica, nell’automobile, nel design, nella moda, nell’arredamento, nell’industria dell’intrattenimento, del turismo, nel riciclo industriale… nella medicina e in tanto altro».
«Nessun altro paese avanzato mostra un rapporto tra ricchezza e reddito più alto di quello Italiano. Un paese ricco, dove i diritti sono garantiti, il Parlamento è sovrano, la Costituzione è sovrana. Certo, un Paese con le sue difficoltà, un Paese con le sue sacche di povertà, di iniquità e di ingiustizia sociale. Un Paese con le sue inefficienze, con le sue fragilità – conclude il primo cittadino jerzese – Tanto più oggi, dove , come il mondo intero, viviamo un momento di difficoltà straordinario, ma con la consapevolezza, tanto più coscienti di quale fu il punto di partenza in quel 2 giugno del 1946, che ci rialzeremo per riprendere a correre. La consapevolezza che ci viene dalla Storia. La consapevolezza di essere un grande popolo. La consapevolezza di essere Italiani. Viva il 2 Giugno! Viva la Repubblica Italiana!».
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