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Esplorando la fotografia. Julia Margaret Cameron: la prima fotografa della storia

 

La storia di Julia Margaret Cameron, considerata la prima fotografa della storia e colei che ha rivoluzionato, con la sua tecnica, il mondo della fotografia.

Ritratto di fanciulle ( foto di Julia Margaret Cameron)

 

Julia Margaret Pattle, nota con il cognome Cameron, nasce nel 1836 a Garden Reach, nei pressi di Calcutta. Gli studi basati soprattutto sulla poesia e sulla letteratura, faranno di lei un’artista versatile e curiosa.

Presso il Capo di Buona Speranza, conosce Charles Hay Cameron, un legislatore e uomo d’affari di base a Ceylon, di circa 20 anni più grande di lei e già vedovo. All’interno dell’alta società anglo- indiana, Margaret si distingue per la propria personalità forte ed originale, intollerante alle eccessive restrizioni dell’etichetta.

Margaret e Charles si sposano. Nel corso degli anni la coppia avrà sei figli e altrettanti ne adotterà. Nel 1848 la famiglia Cameron rientra in Inghilterra stabilendosi prima a Londra e in seguito, nel 1860, sull’Isola di Wight. Il ritorno in Inghilterra permette a Margaret di frequentare ed entrare a far parte della cerchia di intellettuali, artisti e scienziati più illustri del periodo.

Nella società di quel tempo, propulsiva e creativa, si sviluppa il pittorialismo. Un movimento nato per elevare il mezzo fotografico al pari della pittura o della scultura. La fotografia veniva spesso paragonata con disprezzo a semplice strumento di riproduzione della realtà, a causa del procedimento meccanico e automatico richiesto per la produzione delle immagini. Lo scopo dei pittorialisti fu quello di apportare la manualità e il senso estetico necessario per rendere la fotografia un’opera comparabile a quella delle arti maggiori.

I fotografi vittoriani sono generalmente uomini e lavorano su commissione di un cliente o con la prospettiva di proporre commercialmente le loro immagini. (Sino al 2006 la foto di Edward Steichen “Moonlight” –la prima in assoluto foto pittorialista – deteneva il record per la foto più pagata della storia, 2.928.000 dollari).

Margaret in quegli anni matura una forte passione per quest’arte così straordinaria, ma al contrario di altri, non ha alcun interesse a mostrare le sue fotografie al di fuori della cerchia dei familiari e degli amici.

Ben presto la sottile ossessione si impadronisce di lei. Organizza il suo primo ed unico laboratorio con camera oscura in quella che lei ribattezza la “Glass House”, che altro non era che un pollaio da cui aveva sfrattato le galline, chiuso da vetrate e tendaggi. Inizia a sperimentare. I suoi modi imperiosi e insieme amabili, nonché la sua dedizione totale alla fotografia, piena di travolgente entusiasmo, sono abbondantemente testimoniati da molti di questi amici, che si troveranno da lei coinvolti in sessioni fotografiche all’interno del suo caotico studio. Gli stessi non mancheranno di celebrarne l’innato talento. La sua prima fotografia (dalla preparazione della lastra, alla posa, lo scatto, lo sviluppo e la stampa) fu un ritratto di Annie, una bambina di casa.

In quell’occasione corse eccitata per le stanze della sua abitazione per mostrare a tutti il risultato che da allora cercherà sempre più di perfezionare. Scelse di dedicarsi al ritratto interpretato secondo il suo modo, che poi rispecchiava molto quello della pittura preraffaellita a lei contemporanea. Le fanciulle di Margaret avevano sempre un aspetto sognante e pensoso, a volte tormentato, tipico del romanticismo. Ma quello che caratterizzava più di ogni altra cosa la sua fotografia fu la tecnica con cui Julia Margaret raggiunse il risultato.

La sua idea rivoluzionaria fu che la fotografia doveva allontanarsi dall’essere uno strumento di riproduzione meccanica, che il fotografo dovesse avere la libertà di interpretare e creare la propria visione del mondo.

Nel 1886 Margaret acquistò un nuovo apparecchio e concepì una tecnica fotografica innovativa per quel periodo, in cui i soggetti principali erano i paesaggi. Durante le pose sottoponeva le proprie modelle a giochi di luci e messe a fuoco, applicando così un nuovo senso di prospettiva: il primo piano.

Con Margaret nasce così la ricerca artistica nella fotografia, che si allontana dalla commercializzazione e dalla ricerca del consenso, ma viene realizzata per sé e per chi può comprenderla. Margaret è tutt’oggi considerata la prima fotografa della storia.

Un’artista che ha saputo cogliere le potenzialità dell’espressione estetica, quando fino alla prima metà dell’Ottocento si sosteneva che, a causa dei laboriosi procedimenti, mai una donna sarebbe diventata fotografa.

Tra i suoi ritratti più celebri non si possono scordare quelli a Charles Darwin, William Michael Rossetti, Robert Browning, Julia Jackson (la sua figlia maggiore, a sua volta madre di Virginia Wolf), John F.W. Herschel (tra i più noti scienziati dell’epoca: è lui a coniare i termini “negativo” “positivo” per la fotografia).

Sarà la prima donna ammessa alla Royal Photografic Society. “Annals of My Glass House” è il diario incompiuto della sua attività fotografica, pubblicato nel 1889. Julia Margaret Pattle, la zelante fotografa dallo spirito pionieristico, morì a soli quarantatré anni a causa di un’influenza, presso la casa del figlio Henry a Glencairn, il 26 gennaio del 1879.

 

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