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Coronavirus. Anche in Ogliastra danni al turismo: la parola agli imprenditori e ai sindacati

Il mercato delle vacanze, fondamentale per la nostra Isola, sente mancare la terra sotto ai piedi a causa dell’emergenza causata dalla diffusione del coronavirus, che ha portato alla cancellazione e un blocco ( si spera temporaneo) delle prenotazioni negli alberghi e nei B&B della Sardegna. Mentre sale il numero di casi positivi,  la Regione corre ai ripari con un pacchetto di misure per la filiera turistica. Una legge regionale stanzia circa 25 milioni di euro per sostenere lavoratori e imprese del settore. Per i lavoratori del turismo licenziati o sospesi potranno essere finanziati ammortizzatori sociali e percorsi di formazione.

E in Ogliastra? Come viene percepita dagli addetti ai lavori questa emergenza? Che ricadute sta avendo in queste settimane sul turismo?

«Per quanto riguarda il nostro mercato balneare, che alla fine parte bene da giugno in poi, ci sono state alcune cancellazioni per marzo/aprile e per fortuna ancora nessuna per i mesi estivi. Ovviamente abbiamo però avvertito un netto rallentamento nelle prenotazioni specialmente negli ultimi dieci giorni e chiaramente, tra tutti i colleghi, cresce la preoccupazione. I numeri erano buoni, si prospettava una stagione positiva. Ora chiaramente è tutto bloccato e attendiamo di capire che piega prenderà questa emergenza e che ricadute avrà sulla nostra economia, specialmente in questi mesi primaverili» afferma Francesco Bovi, imprenditore turistico ogliastrino.

Cecilia Chiai, alla guida del B&B Il Leccio commenta così l’attuale situazione: «Noi lavoriamo tendenzialmente in last minute quindi per noi è più difficile avere il polso della situazione. Ma sicuramente ci sarà un calo, la situazione non è delle migliori e i mesi più penalizzati saranno quelli primaverili. Consideriamo anche il fatto che molte delle manifestazioni che faceva gravitare in Ogliastra molte persone ad aprile e maggio sono state cancellate dopo l’uscita del decreto. Speriamo che l’emergenza rientri al più presto e che i mesi estivi possano far recuperare terreno a noi imprenditori turistici. Confido nel fatto che a breve, comportandoci tutti con coscienza, si fermino i contagi e che si possa tornare a viaggiare in sicurezza, ad avere fiducia e a organizzare le vacanze più che mai in Italia, che dovrà riprendersi da una botta economica non indifferente».

Dalla CISL, invece, proposte nette: “Serve una misura eccezionale di sostegno per i lavoratori stagionali”.

«Il problema è serio: bagnini, baristi e camerieri, sono finora ignorati dai decreti speciali del governo – spiegano Michele Muggianu e Sara Lorrai in una nota unitaria con Fisascat Cisl – Per evitare il tracollo, chiediamo di estendere l’indennità mensile di disoccupazione (Naspi) dal 50% al 100% dei mesi lavorati nella stagione 2020, per coloro che saranno riassunti. Per coloro che, invece, non saranno riassunti, occorre un trattamento speciale che sia almeno pari al 75% della media delle retribuzioni percepite nel 2019, per un numero di mesi pari a quelli lavorati nella stagione precedente. Questo perchè siamo ancora in inverno e i lavoratori stagionali delle località turistiche non sono ancora stati riassunti. Nella maggior parte dei casi hanno terminato a gennaio o febbraio i mesi del loro sussidio di disoccupazione, che permette alle loro famiglie di poter sopravvivere durante i mesi invernali. Bisognerebbe evitare la disparità di trattamento»

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