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Gigi Riva: “Il Cagliari di Maran? Può giocarsela ovunque. I miei 75 anni? Sono sereno”

È il Gigi Riva di sempre, sincero e appassionato, quello che si racconta oggi in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in occasione della vigilia del suo settantacinquesimo compleanno.

Con il giornalista della “Rosa” Mario Frongia parla un po’ di tutto, dal momento magico del Cagliari ai cori razzisti negli stadi, passando per Barella e per i meravigliosi ricordi della storia forse più epica del calcio italiano, lo Scudetto rossoblù del ’70.

Ma la prima domanda è d’obbligo, come si sente la leggenda rossoblù alla vigilia del compimento dei tre quarti di secolo? «Mi chiamano in tanti, calciatori, allenatori e molti giornalisti – racconta Riva -. Sono sereno».

E a rendere più speciale questo compleanno c’è sicuramente il grande momento del Cagliari di Maran che a molti addetti ai lavori appare inferiore solo a quello di Riva e Scopigno. «Come vedo il Cagliari? Molto bello – dice l’11 più forte della storia del calcio italiano -. A maggior ragione quando le cose vanno bene serve tenere i piedi per terra. È un gran momento per la società, la città e per i tifosi sardi. Penso alla gioia degli emigrati sparsi ovunque. Per noi sono sempre stati fondamentali. Il Cagliari può giocarsela ovunque. I giocatori devono mantenere questa fame e avere sempre umiltà e rispetto per gli avversari».

Da questo Cagliari al suo Cagliari il passo è breve. «Siamo stati un gruppo forte e magnifico, amici prima che compagni – ricorda Riva -. In tanti hanno deciso di stabilirsi a Cagliari e di tanto in tanto ci mettiamo assieme attorno a un tavolo. Io ho scelto di restare in questa Terra senza pensare a questioni economiche o di successo. Il calcio è cambiato, ma di quella decisione ne sono sempre molto orgoglioso».

Parole al miele anche per Barella e per la Nazionale di Roberto Mancini. «Nicolò ha sempre avuto la testa del calciatore che vuole crescere, oramai è di calibro internazionale – commenta -. Mancini ha la mano e la testa giusta per provare cose che non possono essere interrotte. Puntare sui giovani dopo aver mancato i Mondiali di Russia come avevo detto io sarebbe stato rischioso, invece ha visto lontano e non ha temuto i contraccolpi».

Infine un commento sul caso razzismo che ha visto coinvolto domenica a Verona Mario Balotelli. «Quel che è successo a Verona a Mario è ignobile – spiega Riva. Il tifo sta peggiorando e se i razzisti sono pochi combattiamo quei pochi. Le partite vanno fermate, specie se con gli avvisi non si riesce a metterli a tacere».

 

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