Gli ogliastrini non mollano, difendono l’ospedale lanuseino che versa in condizioni di assoluta criticità.

È l’ennesimo giorno di presidio presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia. Ma non si è abbastanza, questo scrive l’amministrazione comunale di Bari Sardo presente oggi.

“Qui tutti danno un contributo affinché il problema non venga sottovalutato, la presenza non manca ma lasciatemi dire che dovrebbe essere molto più numerosa” si legge scritto sulla pagina social del Comune.

“L’Ospedale di Lanusei serve un bacino di paesi molto ampio, quella che si chiede è una vera e propria chiamata alle armi; perché ci si accorge di un problema solo quando questo assume i connotati di una emergenza?
Lasceremo ancora una volta che si pianga sul latte versato? Perdonate il non voluto riferimento ad altre problematiche comunque nostrane.
FACCIAMOCI SENTIRE E PARTECIPIAMO in tutti i modi ad estendere questo campanello di allarme, che arrivi alle orecchie di chi può.
Nessuno è giustificato. ABBIAMO UN POTENZIALE, non interessiamoci di questioni lontane, partiamo da quel che ancora abbiamo e che ancora è un VALORE AGGIUNTO a tutti i livelli, dal personale che ci lavora al paziente finale che si reca per curarsi. Con le strade che abbiamo (ops, un altro riferimento ad una altra problematica locale) vogliamo davvero fare km in cerca di una soluzione?”

Oggi presso il Tribunale di Lanusei è stato ascoltato, durante il processo per i veleni di Quirra, Mario Mariani. A riportare la notizia, L’Unione Sarda.

Mariani, autore della perizia che stabilì cinque anni fa che nel Poligono non ci fu nessun tipo di inquinamento ambientale, ha difeso strenuamente il suo lavoro. Tempo limitato per capire se c’era un incendio e quanto era vasto: questo ha detto.

I contenuti di uranio e torio – la presenza di quest’ultimo è l’asse portante dell’inchiesta del pm Fiordalisi – erano nell’intervallo di non rilevanza, questo ha dichiarato.

Per ultimo, è salito in cattedra Rizzini, che ha contestato le tesi di Mariani.