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L’assessore ogliastrino Giorgio Todde: “Tra dieci anni il traffico aereo in Sardegna raddoppierà. Riflettiamo su riapertura scalo di Tortolì”

Giorgio Todde con il fondatore di Volotea Carlos Munoz

Tre giorni di eventi, 600 operatori del settore e 80 compagnie aeree coinvolte. Questi i numeri di Connect, l’evento di portata internazionale dedicato al trasporto aereo che si terrà a Cagliari dal 5 al 7 giugno, organizzato da Sogaer e dall’assessorato regionale del Turismo.

Questo evento, anticipato ieri dall’inaugurazione ad Elmas della quinta base italiana della compagnia aerea Volotea, ha fatto riaprire il dibattito sugli scali aeroportuali sardi e sulla possibilità, nel tempo, di poter riaprire quello tortoliese e quello dell’oristanese.

Su questo argomento è intervenuto il novello assessore ai Trasporti Giorgio Todde, che da ogliastrino conosce bene le problematiche che hanno portato, anni fa, alla chiusura dell’aeroporto di Tortolì.

«Il traffico aereo sta aumentando in tutto il mondo, i dati parlano chiaro – spiega Todde – E la nostra Isola non fa, fortunatamente, eccezione. Gli studi ci parlano di circa 9 milioni di passeggeri che transitano in Sardegna in un anno e le proiezioni raccontano di un possibile netto raddoppio di questo dato nell’arco di dieci anni. Un traffico, quello che viene prospettato, che ci porta a pensare che presto tre scali non saranno sufficienti in Sardegna. Ecco perchè credo si debba valutare seriamente una possibile riapertura degli aeroporti di Tortolì e di Fenosu, sui quali si potrebbe dirottare una parte del traffico aereo, con le positive ripercussioni economiche del caso su questi territori».

«Questi due scali potrebbero essere anche attori protagonisti di una destagionalizzazione del turismo, vanno valutate tante opzioni, anche quella dell’aviazione privata – conclude Todde – A breve faremo partire studi dettagliati su queste possibili riaperture, di concerto con gli assessorati al turismo e all’urbanistica. Perché chiaramente i turisti non vanno solo fatti transitare ma anche accolti nel migliore dei modi durante la loro permanenza qui in Sardegna».

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