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Quale futuro per Tortolì? All’alba delle elezioni comunali le riflessioni di un imprenditore ogliastrino

saipem intermare sarda

 

Le elezioni comunali di Tortolì si avvicinano e sembra che ci sia un certo “movimentismo” in giro per candidarsi alla carica di Sindaco o di Consigliere. Di fronte a questa frenetica corsa, dato il poco tempo restante per la presentazione delle liste, sembra però mancare il discorso sul tema della città futura, su ciò che potrà e che si immagina dovrà essere Tortolì. Le riflessioni dell’imprenditore tortoliese ed ex direttore della Dogana di Arbatax Silvio Usala.

«Non è facile comprendere quale idea della città abbiano i diversi candidati, spinti più dalle ambizioni personali che dai progetti sul cosa fare e come fare per uno sviluppo ordinato della città. Eppure ci sono tantissime questioni aperte sulle quali Tortolì è chiamata a misurarsi quanto prima – spiega Usala – Pertanto sarebbe bene andare preparati all’appuntamento non solo con il proposito di fare accordi per la mera raccolta di voti ma mettendo insieme idee e proposte concrete per affrontare un domani che non si prevede per niente facile. Vorrei offrire un modesto contributo, con l’obiettivo di lavorare al bene comune. Credo che si possa iniziare con il pensare ad un riassetto territoriale che metta in rapporto i vari quartieri della cittadina che risultano slegati fra loro. In primo luogo si dovrebbero istituire i Comitati di quartiere con la conseguente elezione di due delegati (un uomo ed una donna) che, per la individuazione e la soluzione dei problemi del loro quartiere abbiano la possibilità di esprimersi, con diritto di voto, in seno al Consiglio comunale».

 

«Per affrontare e risolvere i diversi problemi occorre però cercare di capire in che direzione vuole andare la città, interpretarne l’anima ed ipotizzarne il prossimo positivo sviluppo, tenendo presente che la popolazione di Tortolì è composta di tantissime persone di diverse origini e provenienze che hanno scelto di risiedervi per svariate ragioni. Pertanto sono molti ed importanti temi su cui ragionare; per esempio che destinazione dovrà essere data al porto di Arbatax? Dopo la chiusura della industria cartaria, con la presenza del cantiere dell’Intermare ed alcuni cantieri nautici, si può ipotizzare di farne un porto commerciale per i traghetti che ci collegano con la penisola ed anche propriamente turistico, facendo costruire gli appositi pontili per accogliere gli yacht che frequentano le nostre coste, dando così ulteriore lavoro alle maestranze e professionalità presenti. Se questa potrà essere la destinazione da dare al porto si potrà pensare di conseguenza al concreto spostamento del cantiere Intermare nelle aree abbandonate dello stabilimento cartario. A queste aree si dovrebbe dare una destinazione in base al nuovo disegno innovativo di città. In quest’ottica si dovrà necessariamente pensare di dotare la cittadina di un nuovo piano regolatore portuale. Se ne parla da anni senza trovare soluzione. Non è certamente facile, ma è giusto dare finalmente ordine al porto, cercando di ovviare alle soluzioni tampone, che non ne hanno sicuramente favorito la crescita e lo sviluppo».

«Collegato a questo problema c’è poi quello dell’area degli Scogli Rossi e della Stazione marittima; nell’ottica dello sviluppo turistico, oltre che commerciale del porto, si potrà sicuramente portare a soluzione anche il progetto che fu dichiarato vincitore nel concorso del 2011. A riguardo della Stazione marittima, a seguito del promesso finanziamento regionale per la ennesima ristrutturazione, si dovrà pensare a fare il bando per l’affidamento in gestione contestualmente agli stessi lavori, onde evitare che la struttura possa degradarsi nuovamente. Collegata allo sviluppo del porto e non certamente secondaria è la vicenda dell’aeroporto di Tortolì. Non si spiegano bene le ragioni per le quali questa struttura ha funzionato per vari anni, facendo viaggiare migliaia di passeggeri nazionali e stranieri finché è stata gestita dal privato ed al contrario, non si spiega perché non ha mai funzionato da quando è divenuta di proprietà pubblica – prosegue l’imprenditore ogliastrino – Quasi che ci fosse una regia occulta, affinché questa struttura non potesse avere diritto a svilupparsi e crescere,diventando un concreto volano di sviluppo economico, non solo di Tortolì e dell’Ogliastra, ma di tutta la Sardegna. Occorre infatti meditare sul fatto che in Ogliastra vi sono le più belle spiagge d’Italia, difficili da raggiungere dagli aeroporti lontani. Non è stato mai considerato quanti visitatori possa perdere la Sardegna per la sua mancata apertura. Potrà tornare utile allo scopo pensare alla progettazione, nelle aree che risultassero più adatte, di qualche campo da golf che faccia arrivare buona parte dei milioni di appassionati di questo sport, non solo nella stagione estiva ma per tutto l’anno, data la mitezza del nostro clima».

 

 

«In questo modo l’aeroporto potrebbe contare sull’ulteriore apporto di un notevole numero di passeggeri tale da poter sostenere il costo economico della gestione. Un’integrazione finanziaria potrebbe venire inoltre dall’accordo con il Distretto aerospaziale che si è sempre dichiarato interessato all’aeroporto per il sostegno delle varie attività dei suoi soci – afferma Silvio Usala – Un’ altra opportunità di crescita economica, non solo della cittadina, ma dell’intera Ogliastra è rappresentata dalla presenza della ex Centrale ortofrutticola che, su proposta del Comune in accordo con i soci proprietari, mediante un apposito progetto di ammodernamento, finanziabile attraverso i bandi regionali e comunitari per lo sviluppo dell’agricoltura, potrà essere riconvertita facilmente in un Centro di raccolta, di vendita e di trasformazione industriale dei prodotti agricoli. Non è assolutamente aleatorio pensare che la ripartenza economica di tutta l’Ogliastra e di Tortolì possa avvenire rispolverando anche la sua antica vocazione agricola. E’ spontaneo pensare a quanto fece monsignor Emanuele Virgilio che negli anni Venti, tra le tantissime altre iniziative che intraprese, promosse anche la coltivazione del tabacco e la costruzione dello stabilimento, quale migliore strategia per migliorare il reddito della povera popolazione ogliastrina».

«Un’attenzione particolare merita la questione della qualità della vita in città: penso ai servizi pubblici locali, alla manutenzione delle strade interne, all’illuminazione pubblica, al miglioramento del sistema fognario, agli interventi di manutenzione e di recupero dei beni culturali ed ambientali, penso alla qualità architettonica delle abitazioni nonché ai più importanti eventi e manifestazioni che caratterizzano la cittadina. Penso inoltre alla riqualificazione della pineta Batteria e del parco La Sughereta che potrebbero essere gestiti direttamente dal Comune dando così nuove opportunità di lavoro. Purtroppo a causa della scarsità di risorse e per la continua riduzione dei trasferimenti statali, tutti questi servizi non sono forniti in modo del tutto soddisfacente. Un ruolo notevole ed una soluzione potrebbe essere data dalla coraggiosa istituzione dell’imposta di soggiorno dalla quale, con la condivisione degli intenti e con l’opportuna collaborazione di tutti gli intermediari immobiliari e degli operatori turistici, si potrebbero ricavare nuove entrate nelle casse comunali da destinare a questi scopi. Questi sono solo alcuni suggerimenti sui cui potrebbero confrontarsi i vari protagonisti delle prossime elezioni, sapendo che si tratta di voler affrontare una vera e propria sfida per dare una speranza di un rinnovamento concreto della città» conclude l’imprenditore tortoliese.

 

 

 

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