La professione militare “appartiene” oggi alle donne nella stessa misura, con le stesse garanzie e con le stesse prospettive tradizionalmente offerte alla componente maschile. L’Esercito Italiano ha fatto delle pari opportunità un punto fermo della propria organizzazione e valorizza la prospettiva di genere con le circa 7.000 donne attualmente in servizio. L’apporto delle donne nelle operazioni internazionali, che integrano aspetti economici, sociali, comunicativi, culturali, sul terreno è spesso un fattore vincente. È un traguardo importante a conferma della bontà delle scelte operate, a suo tempo, in termini di professionalizzazione dello strumento militare.
Dall’entrata in vigore della legge che ha sancito l’ingresso delle donne nelle Forze Armate italiane, la componente femminile è oramai una consolidata realtà. La Brigata “Sassari” è una delle prime unità dell’Esercito Italiano ad essere stata alimentata con personale femminile. Le donne che indossano le ambite mostrine bianco/rosse dei “Dimonios” sono presenti in tutte le categorie (Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e Volontari) ed operano, con le medesime prospettive di carriera e con gli stessi incarichi dei colleghi maschi, nel Comando Brigata, nei due reggimenti di fanteria (151° e 152°), nel 3° reggimento bersaglieri, nel 5° reggimento genio guastatori e nel Reparto Comando e Supporti Tattici della Brigata.
Le donne della Brigata “Sassari” mettono in luce professionalità, determinazione e spirito di sacrificio generando positivamente anche quel sano spirito competitivo con il personale maschile, a tutto vantaggio dell’elevazione del livello qualitativo della Brigata. La componente femminile dei “Dimonios” è, a tutti gli effetti, elemento monolitico in seno alla Brigata su cui poter fare pieno e sicuro affidamento sia per le esigenze nazionali (si pensi all’impiego nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”, che vede attualmente alcune unità della “Sassari” impegnate a Roma, in concorso alle forze dell’ordine, a garanzia dell’ordine pubblico e della sicurezza a siti sensibili e alle aree urbanizzate della capitale) sia per gli impieghi nei più diversificati scenari operativi internazionali ove talvolta, l’essere donna in uniforme, può sicuramente contribuire ad avvicinare realtà femminili più complesse di quelle occidentali, ma non per questo meno bisognose di assistenza e comprensione. Passione, orgoglio e motivazione, sono dunque le qualità che animano le donne dei “Diavoli Rossi” nella convinzione che la funzionalità della Brigata non può che essere garantita dalla presenza al suo interno, indipendentemente dal genere, di personale addestrato ed in possesso di tutti i requisiti morali, di carattere e professionali necessari all’espletamento dei compiti istituzionali. La diversità non è un limite, ma anzi una ricchezza.