Articolo di Gianmarco Cossu
Il popolo chirghiso celebra la sua giornata nazionale e lo fa nel cuore di Cagliari. Nella passeggiata della Darsena nel porto cittadino, Kirghizistan e Sardegna fanno festa insieme in occasione del giorno dell’Indipendenza, tra danze, canti, degustazioni e sfilate dei costumi tipici.
Dal nord Italia al sud, dall’Europa all’Asia, tutto il popolo del Khirghizistan ha approfittato della bella domenica di settembre per fare gli auguri di buon compleanno al suo Paese. C’è Giulia che viene da Milano e da tanti anni ha trovato la tranquillità nello Stivale: «Nel nostro Paese non c’è la fame, ma i salari sono modesti. Io insegnavo russo, ma lo stipendio era troppo basso: circa trecento euro al mese. Allora sono venuta qui e ora lavoro in un’azienda». Tra i tanti, anche Carlo, napoletano d’adozione e appassionato di calcio: «Questo sport da noi non è molto praticato, ma a me piace e credo che sia un veicolo di integrazione in Italia».
Un’integrazione, di certo, già dato di fatto a Cagliari; in tanti lavorano come assistenti agli anziani, badanti e colf. E nessun episodio di delinquenza, violenza o razzismo ha mai visto coinvolto uno di loro. Anzi, in tanti decidono di mettere su famiglia proprio con qualcuno nostrano e i bambini sono perfettamente integrati nella società.
Dal porto un lungo corteo ha sfilato nelle vie del centro, con bandiere, stendardi, intonando l’inno nazionale: un modo gioioso per presentarsi ai cagliaritani che, a volte, tendono a scambiare i chirghisi per “cinesi”. Tra i presenti, sul palco della Darsena, anche personalità della politica comunale e regionale, insieme all’ambasciatore Daniiar Mukashev, che da Genova non ha potuto mancare all’appuntamento: «Questa festa mi fa emozionare. Grazie Kirghizistan e Sardegna che oggi condivide con noi questa festa. Ne sono orgoglioso».