Il governo di ultra-destra ha comunicato la chiusura di sette moschee e l’espulsione di alcuni imam. I capi religiosi dell’associazione Atib, Unione turco-islamica per le collaborazione culturale e sociale in Austria, sono accusati di finanziamenti illeciti dall’estero e quindi della violazione della legge austriaca sull’Islam. Inoltre un’altra quarantina di imam rischia di perdere i permessi di soggiorno.
Come riporta Tgcom, la chiusura riguarda quattro moschee a Vienna, due in Alta Austria e una in Carinzia. La chiusura avviene con decreto dell’ufficio della cancelleria competente per le questioni religiose e non è appellabile. Come ha ribadito il cancelliere Kurz (Oevp) “in Austria non c’è spazio per società parallele e radicalizzazioni”. Il vice cancelliere della Fpoe Heinz-Christian Strache ha aggiunto che “non tolleriamo predicatori dell’odio che agiscono in nome della religione”. La chiusura delle moschee in Austria e l’espulsione degli imam “è il frutto dell’ondata anti-islamica, razzista, discriminatoria e populista” nel Paese. Lo ha affermato Ibrahim Kalin, portavoce di Recep Tayyp Erdogan, commentando su Twitter la decisione di Vienna, accusandolo di voler “trarre vantaggi politici colpendo le comunità musulmane”.
Anche il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, è intervenuto in merito alla vicenda. “Credo nella libertà di culto, non nell’estremismo religioso. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un paese va allontanato”, ha dichiarato via Twitter Salvini aggiungendo: “Spero già la prossima settimana di incontrare il collega ministro austriaco per confrontarci su linee d’azione”.