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“Mototaccuino”, in sella per aiutare gli altri: dal Marocco al Vietnam, i “Diari della motocicletta” di Alessio Ferrari e Nicola Manca

Chissà se Nicola Manca e Alessio Ferrari la prima volta che si sono guardati negli occhi e si sono detti «Ok partiamo» avevano in testa le scene e i passi de “I Diari della motocicletta”, scritti dal giovane medico argentino Ernesto Guevara. Di sicuro in loro, come nel giovane che sarebbe diventato il “Che”, c’era la stessa «inquietudine della fuga e l’intolleranza dello spazio chiuso, del consueto», tanto per citare Corto Maltese. Ma c’è anche molto altro nelle menti di questi due giovani sardi appassionati di moto e umanità.

Alessio Ferrari e Nicola Manca

Poco meno di un anno fa sono partiti alla volta del Sahara marocchino per portare, con due motociclette assemblate con vecchi pezzi di officine, aiuti e medicine alle popolazioni che vivono a ridosso del grande deserto africano. Ora sono pronti a ripartire, destinazione Vietnam, per un nuovo viaggio umanitario, sempre su due ruote, che sarà finanziato in parte con le vendite di “Mototaccuino – Dall’isola al Sahara”, un bellissimo libro che racconta la loro avventura marocchina, e in parte da una raccolta fondi.

Nicola Manca e Alessio Ferrari sono quelli che si potrebbero definire “sognatori con i piedi ben piantati a terra”. Entrambi professionisti, Nicola consulente aziendale, laureato in Economia con un Master in Business intelligence, Alessio controllore di traffico aereo, si sono conosciuti con indosso la divisa da volontari del 118. Aiutare gli altri, una vera e propria strada maestra da seguire, ma da condire con tante passioni in comune, due su tutte: i viaggi – quelli con zaino in spalla e all’avventura – e la motocicletta, che per loro non è solo un ammasso di ferro con due ruote e un motore, ma un bellissimo animale meccanico di cui prendersi cura, un po’ come un cavallo del terzo millennio

«Un viaggio, due amici, due moto, due modi diversi di vedere lo stesso tramonto. Nel deserto ci si sente piccoli, ma non soli. Quando il sogno di due diventa la speranza di molti, i confini si varcano leggeri, e le difficoltà diventano soglie e non limiti». In queste parole usate da loro per descrivere la loro esperienza in Marocco, in sella alle loro motociclette con uno zaino di medicinali e denaro per le disagiate popolazioni del Sahara, c’è tutto il senso della loro idea di viaggio. È «un sogno di due, poi diventato sogno di tanti» che vuole diventare sogno di molti ancora.

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